Scena
nona
Nicoletta
e Goldoni.
GOLDONI Domando io come si fa a non scriver
commedie avendo sempre tra' piedi originali di questa natura?
NICOLETTA Io spero bene che quei due romanzi non
vi avranno messo alcun sospetto...
GOLDONI Sopra di voi? (Le stringe la mano)
Neanche l'ombra: conosco abbastanza mia moglie, e vivo sicuro.
NICOLETTA E... ditemi una cosa, Carlo... posso
vivere egualmente sicura io di mio marito?
GOLDONI (scherzando) Ma... sono garanzie
troppo pericolose da farsi.
NICOLETTA Voi scherzate, ma io candidamente vi
dirò che comincio a sentire un po' troppo spesso a scherzare sulle donne della
compagnia, specialmente sulla Medebac...
GOLDONI (sempre scherzoso) Infatti sono
tutte belle donnine per verità.
NICOLETTA Ho quindi tanto piú motivo di non essere
tranquilla.
GOLDONI (come sopra) Ci vuol buona fede,
mia cara: fidarsi è bene!...
NICOLETTA E non fidarsi è meglio!
GOLDONI (come sopra) In tal caso non vi
fidate (siede presso al tavolo).
NICOLETTA (presso al fuoco) Sentite, signor
marito: vi parlo seriamente e vi dico ch'io non sono donna esigente: non credo
che possiate rimproverarmi d'avervi mai seccato con gelosie e pretese; ma
infine poi quando dovessi avere la quasi certezza di essere ingannata, sappiate
che se voi siete veneziano, io sono genovese ed ho tutta l'alterezza della mia
patria!...
GOLDONI Cospetto! niente meno che una
dichiarazione di guerra fra le due Repubbliche, fra il Mediterraneo e
l'Adriatico!
NICOLETTA (piccata) Fatemi il favore di
cessare dagli scherzi.
GOLDONI Ma io, lo sapete, sono tagliato per la
comica e non per il patetico.
NICOLETTA (come sopra) Signor marito...
GOLDONI Orsú: voi volete per forza una scena
seria? Facciamo una scena seria. - (Seriamente e con amore) Vieni qua,
Nicoletta; siedi qui, vicino a me, e ragioniamo. (Nicoletta si allontana dal
fuoco e va a sedere presso a Goldoni lasciando a poco a poco il suo malumore)
Da che muovono i tuoi sospetti? Dalle parole maligne di un maldicente: ecco ciò
che ti ha dato la quasi certezza d'essere ingannata. So peraltro benissimo che
qualche voce si è sparsa intorno ai miei supposti amori colla Medebac... ma che
dico colla Medebac? Colla amorosa, con la prima servetta, con la seconda
amorosa... insomma io sarei una specie di mussulmano, un gallo, che so io! E
chi è che spaccia queste voci? Scioperati giovinastri immersi fino agli occhi
nelle crapule, nei debiti e nelle dissolutezze; che dalle panche di un caffè
ove stanno da mattina a sera a giuocare e ad oziare, si credono in diritto di
fare i moralisti sui fatti altrui, vituperando per invidia le riputazioni piú
illibate. E la moglie di Goldoni può prestar fede a simili accuse e a simili
accusatori? Ma cosí è! La maldicenza piú sfacciata a forza di insistere ottiene
talora di questi trionfi. Essa accusa (esaltandosi a poco a poco), essa
calunnia sfrontatamente, non rispetta nessuno, non guarda dove colpisca, e
quegli stessi che la condannano e si vantano di smascherarla si uniscono poi a
lei, senza avvedersene, per calpestare e avvilire gl'innocenti... Ah! ah!
perbacco sono andato sul serio davvero: non mi accuserete di avere scherzato
questa volta! - Torniamo a noi. Voi conoscete qual è il mio carattere, e
sareste indegna di questa lunga giustificazione se non lo aveste conosciuto.
Amo ridere, amo scherzare, e piú con gl'individui di sesso diverso dal mio: non
mi fò scrupolo di una parola gentile, non fò il pedante a chi mi risponde con
gentilezza: ma dopo ciò, son uomo d'onore; non giudico come la moda insegna, e
so che il debito principale di un marito è quello di conservare senza macchia
il nome ch'egli impone alla moglie. E quanto a me poi, bisognerebbe impalarmi
come il mussulmano, tirarmi il collo come al gallo senza misericordia, se
potessi preferire una donna di teatro, dell'anno di grazia 1749, ad una cara e
virtuosa, e... lasciatevelo dire, bella moglie come voi. Siete persuasa?
NICOLETTA (gli stringe la mano con espansione)
Scusatemi, scusatemi se per un momento sono stata indegna di essere vostra
moglie.
GOLDONI (alzandosi) Non se ne parli piú; ma
ad una condizione.
NICOLETTA Dite pure.
GOLDONI Che non pretendiate da me nessuna cautela,
nessuna briga per far cessare le ciarle. Voglio continuare a fare come fò da
lungo tempo. Quando le mie azioni sono approvate dalla mia coscienza, dicano
gli oziosi e gli spensierati quel che vogliono; mi curo di loro come del
pappagallo qui di faccia che dice insolenze a chi passa e crede di cantare. Ma
adesso poi che il marito ha provveduto alla propria riputazione, lasciate che
il poeta provveda alla propria fama.
NICOLETTA È genio o illusione?
GOLDONI Zitto: comincio a credere che sia genio.
Il successo di questa sera mi ha inebriato: e l'ho meritato, sapete; la Vedova
scaltra è una buona commedia... sapete che il miglior giudice delle cose
mie, dopo voi, sono io stesso... Vedremo che cosa dirà la critica.
NICOLETTA Tacerà.
GOLDONI Tutt'altro; strepiterà tanto piú quanto
piú completo è stato il successo... me l'aspetto. Ma non me ne importa: la
sfido. In questa testaccia c'è tanto che basta da sopravvivere alle accuse
d'una scuola falsa... Stasera, vedi, ho un turbine d'idee... caratteri,
posizioni nuove... colpi di scena piccanti e naturali... Eh! se tu fossi stata
al teatro stasera!... che trionfo!... che frenesia!... (piglia il lume
parlando). Bisogna che mi metta a scrivere... Saranno venute trecento
persone in palco scenico a rallegrarsi meco... a salutarmi poeta!... (porge
il lume a sua moglie). Scriverò tutta notte... Poeta, capisci!... ecco
l'alloro sospirato!... Spero che i miei comici non verranno a seccarmi, come
son soliti fare dopo la commedia, coi loro pettegolezzi. Li ho lasciati tutti
contenti e d'accordo progettando cene, gozzoviglie, ribotte... Dunque tu, mia
cara, a letto che non abbi a soffrire, ed io a tavolino! Buona notte.
NICOLETTA (ridendo) Non si può mandar via
con maggior grazia; ma prima d'andar via voglio dirvi una cosa.
GOLDONI Sentiamo, via.
NICOLETTA (prende la mano a Goldoni e lo guarda
esitando, poi dice) ... Scusami, Carlo...
GOLDONI (scherzoso) St!... zitta!...
NICOLETTA No; scusami... un momento di gelosia ha
potuto... ma è perché ti amo... Del resto, so l'importanza d'esser moglie...
GOLDONI (come sopra) St!... zitta!...
NICOLETTA (scherzosa) No, voglio dirlo:
d'essere moglie di Carlo Goldoni! Buona notte (parte da destra correndo).
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