Scena
decima
Goldoni
solo.
GOLDONI (va a sedere alla scrivania)
Presto, presto: a scrivere. Medebac mi secca per un'altra commedia nuova...
avrei L'Erede fortunata ma è una vera scelleraggine che non darò certo alla
scena; piuttosto scriverne una apposta. Vediamo (prende la penna e pensa). - Ma
che furore ha fatto la mia Vedova scaltra! Già è una buona commedia!
Quell'inglese impettito, quel francese svenevole, quell'italiano amoroso, e
quel borioso spagnuolo... oh! oh! povero don Pedro!... - Ma non pensiamo piú ai
trionfi: scriviamo... Mi vuole una commedia che faccia strepito, da mandar
dietro alla Vedova scaltra. È necessario molto intreccio... ci vuole del
maraviglioso, dell'interesse, con della comica e del patetico... zoppicherò nel
patetico; ma già quel patetico, tutto patetico dei romanzi e delle fiabe del
giorno, in natura non c'è. Dunque avanti. (Pensa) - Ma che furore ha
fatto la mia Vedova scaltra!... Povero don Pedro; quando lo sa mi
ammazza!... (Pensa) Un'eroina richiamerebbe forse l'attenzione piú che
un eroe: ma dove pescare un'eroina? Non ne conosco neppur una!... Per bacco!
prendiamo un'incognita. Sissignore, un'incognita... - Ah! La Vedova scaltra...
al diavolo La Vedova scaltra! - (Pensa) Quest'incognita però deve
avere un nome. Oh! certamente. Ebbene, diamole quello di Rosaura. Va
benissimo... Ma dovrà ella venire sola sola a dar al pubblico le prime notizie
dell'argomento? Questo no: sarebbe un difetto delle antiche commedie.
Facciamola pertanto comparire con... sissignore, con il signor Florindo. Dunque
(scrive) “L'Incognita, commedia romanzesca in tre atti - Atto
primo - Scena prima - Rosaura e Florindo” ... Ah! in fede mia non si comincia
una commedia con tanto coraggio e con tanta fiducia di se stesso senza avere...
(guarda intorno e abbassa la voce) senz'aver genio!... Coraggio, dunque,
coraggio Goldoni! (Si ripone a pensare facendo qualche gesto).
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