Scena
settima
Zigo
che viene dal caffè, e detti (dialogo vivace).
Zigo fa per attraversare la scena e uscire dal
fondo.
GOLDONI (vedendolo) Come, signora maschera,
si fugge? Io vi aspettava sul campo per rispondervi... (Gli si accosta e gli
dice piano) Venite, che ne sentirete delle belle! (Goldoni è a
destra, Zigo a sinistra).
ZIGO (viene avanti e gli dice piano)
Bravo! (Gli stringe la mano di nascosto, poi dice forte con sprezzo) E
che potete dire?
GOLDONI Restituirvi le vostre fanfaronate di
concetti politici e segreti di stato; mentre, secondo me, il povero Goldoni non
ha mai sognato di nascondere nella povera sua Vedova le strane allusioni
che voi gli attribuite...
ZIGO Ed io ve lo garantisco...
GOLDONI Ed io non lo credo...
MARZIO Oh! bella! non lo crede; se ve lo
garantisce lui, poi!... (accennando Zigo).
ROSINA Chi lo può sapere meglio di lui? (come
sopra).
SIGISMONDO (fra sé) Oh! che imbecilli!
ZIGO Fate conto che Goldoni ed io siamo come una
persona sola...
GOLDONI Ebbene, quand'anche parlassi al signor
Goldoni in persona gli direi: voi avete voluto fare nulla piú che una commedia
da ridere; ed ora, maravigliato voi stesso dell'allegoria che ci si può
trovare, vorreste dare ad intendere... Ah! ah! ma, signora maschera, credete
forse essere in terra di ciechi? Siamo ormai abbastanza avvezzi alla scuola di
Zeno e di Metastasio...
ZIGO Zeno è morto, e Metastasio è a Vienna...
GOLDONI (con finto slancio) Ma è vivo Zigo,
ed è a Venezia!
ZIGO Zigo...
GOLDONI È una bestia, volete dire?
ZIGO (quasi tradendosi) Signore!...
GOLDONI Che? ve n'offendete?
ZIGO (rimesso) No, volevo indorarvi un po'
la pillola, modificando l'espressione. (Fra sé) Ora ho capito! è Goldoni
in persona!
GOLDONI (fra sé) Si era quasi tradito, ma
si tradirà! (Forte) Ma sia pur Zigo una bestia fin che si vuole, chi
sarà però che esiti fra lui e Goldoni? (A Sigismondo) Ditelo voi,
signore, che pur siete fra gli amici del Goldoni... (gli si accosta un poco).
SIGISMONDO (imbarazzato) Io sono amico di
tutto il mondo, vi ripeto, e non so perché scegliate me per giudice... Io non
m'intendo di letteratura.
GOLDONI (tornando a destra) Ebbene deciderà
il teatro, deciderà il pubblico. Venite stasera al teatro San Samuele e vedrete
come si accomodano le commedie di Goldoni... Vedrete una commedia che ha per
titolo La Scuola delle vedove. Questa non è in sostanza che La Vedova
scaltra del Goldoni messa in parodia. Dovete sapere che Zigo l'ha ficcata
superbamente al povero Goldoni: si è vestito da servitore, è andato da Medebac
e, profittando della di lui dabbenaggine (azione di Medebac), si è fatto
credere un servo del Goldoni, e si è fatto consegnare il manoscritto della Vedova
scaltra...
ZIGO Veramente poi...
GOLDONI (rifacendo Zigo) Posso
assicurarvelo: fate conto che Zigo ed io siamo come una persona sola.
ZIGO Oh! lo credo; volevo dire che veramente poi è
stata una mala azione...
GOLDONI Adagio: voi siete giudice sospetto troppo;
rimettiamoci a un giudice imparziale... (A Sigismondo) Voi, signor
Sigismondo, che ne dite? (Goldoni passa a sinistra andando a Sigismondo -
Zigo passa a destra e va a porsi poco lungi da Marzio - Questi passaggi sian
fatti con naturalezza).
SIGISMONDO E sempre io! Io non m'intendo di
manoscritti.
GOLDONI Ebbene: sí, voglio essere di buon conto, è
stata una mala azione.
MARZIO (a Zigo piano) Per impudenza
poi, Zigo non la cede a nessuno.
Zigo smania un poco e si allontana.
GOLDONI (che ha visto Marzio parlar piano a
Zigo) Ma qualificatelo anche per furto, gli applausi e le risa che
rintroneranno stasera il teatro San Samuele mi compenseranno... cioè compenseranno
Zigo ad usura di questi scrupoli (azione degli altri, come dire che si è
tradito).
ZIGO (quasi tradendosi) Oh! è tempo di
finirla...
GOLDONI Con che?
ZIGO (rimettendosi) Con questo mettere in
ridicolo Goldoni.
GOLDONI Sí, sarebbe tempo, ma come resistere alle
tentazioni? (Con brio crescente passando a destra) Anche stamani è
capitato da Zigo un certo signore spagnuolo che il signor Goldoni (facendo
un'azione verso Zigo) ha creduto bene di porre in beffe ieri sera nella sua
Vedova (don Pedro e don Fulgenzio si sono alzati restando all'estrema
destra), e gli ha narrato un graziosissimo intrigo che, se fosse vero,
offuscherebbe non poco la buona riputazione non solo di Goldoni, ma benanche di
sua moglie (altra azione verso Zigo); ed anzi questo signore spagnuolo
gli ha consegnato...
DON PEDRO (piano a Goldoni cui si è avvicinato)
Ma, signore, impazzite? in sua presenza? (accenna Zigo).
GOLDONI (prosegue) Gli ha consegnato una
lettera da lui trovata in un libro... una letterina, se mi capite!...
DON FULGENZIO (fra sé) Oh! Dio! la mia!...
trovata dal signor padre!... Fortuna che Zigo non sa...
GOLDONI Come pure un'altra di egual natura gliene
ha consegnato il figlio di questo signore, trovata nel modo istesso...
DON PEDRO (piano a don Fulgenzio) Voi?
DON FULGENZIO (piano) Per vendicarvi!
DON PEDRO (fra sé) La mia! trovata da mio
figlio!
GOLDONI Ed anche queste non nego che sieno male
azioni... e a dir vero mi fa meraviglia che voi, signor intimo amico del
Goldoni (a Zigo, marcato), ve ne stiate lí tranquillo, senz'esser
neanche per ombra offeso di un simil tratto.
ZIGO (andando a destra verso don Pedro e don
Fulgenzio) Oh! con chi ha usato un simil tiro saremo sempre a tempo a
parlarci (finge minacciare accostandosi ad essi).
DON PEDRO (piano a Zigo accennando Goldoni)
Infame Zigo!
DON FULGENZIO Già lo sapevamo che Zigo...
ZIGO (piano) Chetatevi, che Zigo son io! (Si
accosta).
DON PEDRO (rapidamente a don Fulgenzio)
Lui!
DON FULGENZIO (come sopra a don Pedro)
Zigo!
DON PEDRO (come sopra fra sé) E la
lettera che io ho dato a quell'altro!
DON FULGENZIO (come sopra fra sé) E
quell'altro che ha avuto la mia lettera!
DON PEDRO (a Goldoni) Voi però che parlate
di male azioni, vi par egli buona azione fingersi un altro per carpire confidenze
e scritti importanti, e poscia tradire queste confidenze e far mal uso di
questi scritti?
GOLDONI (fingendo cinismo) Signor mio,
quando non si ha rossore di fingersi un servitore per carpire un manoscritto;
quando non si ha rossore di appropriarsi lettere chiuse che non ci
appartengono, per violarle e cavarne una pubblicità; quando non si ha rossore
di fare, come fa il signor Sigismondo (Sigismondo si mostra offeso; le donne
e Marzio lo deridono), l'amico con Zigo rinnegando Goldoni, e l'amico a Goldoni
rinnegando Zigo; quando non si ha rossore d'introdursi, come fa il signor
Marzio (Marzio è offeso; Sigismondo e le donne lo deridono), nelle
famiglie in qualità di amico, per poi diffamarle con gente avida di
pettegolezzi, come sono queste signore (le comiche s'alzano un momento colle
mani ne' fianchi; Sigismondo Marzio e Paoletto le deridono), io credo che
sia anche lecito lo scherzo di cui vi lagnate. Per ultimo poi, lecito o non
lecito, sappiate pur tutti che non è tanto severa la morale mia... cioè di
Zigo... Eh! eh! già! sicuramente... (fa l'atto di Zigo).
MARZIO, ROSINA, NORINA, PAOLETTO (ridono forte)
Oh! oh!
ZIGO (fra sé) Ah! cane! non ne posso piú!
DON PEDRO (a don Fulgenzio piano)
Eppure è quello là Zigo! (Accenna Goldoni).
MEDEBAC (fra sé) Non so piú quale sia
Goldoni dei due. È meglio che me ne vada: ma ritornerò! (Parte dalla comune).
GOLDONI (crescendo sempre di vivacità e brio)
E Zigo non starà per questi sciocchi scrupoli dal trar partito da tutto per far
ridere il mondo a spese del Goldoni! (Zigo smania). (Fra sé) Zigo
non ne può piú! (Forte) Sí, a spese di questo preteso riformatore del
teatro, di questo presuntuoso ignorantello che Zigo... Eh! sono stanco di terze
persone!... Che io abbatterò e schiaccerò come un verme (con tutto il cinismo
e la bassezza di un uomo senza pudore), incassando in pari tempo fior di
ducati, e facendomi pagare profumatamente dai nemici di lui! (Segni di
disapprovazione degli altri).
ZIGO (non potendo piú stare) Oh! che Zigo
poi si faccia pagare dai suoi nemici è un'infame menzogna!...
GOLDONI (levandosi la maschera) Signor Zigo
stimatissimo, voi siete in caso di saperlo.
GLI ALTRI (meno Zigo e Sigismondo) Goldoni!
Lui!
DON PEDRO (fra sé) Ed io ho dato a lui la
lettera!
DON FULGENZIO (fra sé) L'ho fatta bella io!
(Rosina, Norina e Paoletto sono confusi).
MARZIO (fra sé) Questa mi secca!
SIGISMONDO (fra sé fingendo di leggere
come avrà fatto quasi sempre durante la scena) Oh! che bel pasticcio!
GOLDONI Signor Zigo, adunque, io sono a vostra
disposizione.
ZIGO Volete forse costringermi a smascherarmi per
compromettermi col governo per i discorsi che ho fatti sull'allegoria? Io non
sono Zigo, e nessuno saprà chi io mi sia.
GOLDONI Voi dunque non siete Zigo?
ZIGO Non sono.
GOLDONI Ed io vi credo, perché altrimenti vi
dovrei qualificare, oltre al resto, per un vigliaccone stomachevole, per un
uomo che, dopo aver rinnegata la morale, per rossore di se stesso rinnega anche
il proprio nome!... (con forza).
ZIGO (offeso) Signore!...
GOLDONI (con ironica urbanità) Ma voi non
siete Zigo, e quindi queste ingiurie non vi toccano, mentre io non intendo
provocare altri che Zigo... capite... ed anzi se lo conosceste per caso,
ditegli ciò ch'io penso di lui, e che sarò sempre pronto a ripeterglielo e ad
appoggiare le mie asserzioni anche con la spada! - (Rifacendo Zigo) Con
vostra licenza vado a rinfrescarmi un poco, e a calmare la mia ira! (Entra
nel caffè).
|