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Paolo Ferrari
Goldoni e le sue sedici commedie nuove

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  • ATTO TERZO
    • Scena sesta
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Scena sesta

 

Nicoletta (in domino e maschera in mano), e detti.

 

NICOLETTA (entrando) Buona sera a questi signori; (a Goldoni) buona sera, caro marito.

GOLDONI Buona sera Nicoletta!

PLACIDA (con molta cortesia) Oh! Madama Goldoni!

NORINA (come sopra) Oh! Madama Goldoni!

ROSINA (come sopra) Oh! Madama Goldoni!

PLACIDA (avvicinandosi e prendendole la mano con molta cordialità) Ben trovata; come sta? E come sta il signor don Pedro?

NORINA (come sopra) E il signor don Fulgenzio?

ROSINA (come sopra) Stanno bene tutti e due? Padre e figlio?

GOLDONI (fra sé) Anche contro la mia povera moglie!

NICOLETTA Che significa ciò! In mezzo a questa cordialità mi si fa certe dimande, e con certo tono.... Carlo sapete cosa vogliano dire queste signore?

GOLDONI (fra sé) Ah! risparmiamole questa amarezza. (Forte e dissimulando) È uno scherzo, vogliono scherzare... nulla piú che scherzare. Conoscono in parte l'aneddoto delle due copie del romanzo Pamela, e scherzano su questi tuoi due sciocchi adoratori. (Alle attrici dissimulando) Vi racconterò poi per disteso questa storiella, e vedrete se non è vero, come vi dicevo, che è una storia ridicolissima, e che solo la piú maligna e stizzosa cattiveria potrebbe trarne soggetto di maldicenza.

NICOLETTA Ma come? qualcuno forse avrebbe sparlato di me?

GOLDONI Oh! non ti dare pensiero: qualche pessima lingua, qualche invidioso della tua riputazione illibata... gente che non merita d'essere curata. (Alle attrici) Non è vero, signore mie? (A Nicoletta) Ma non temere; anche sopra costoro posso fare le tue vendette; (scherzando apparentemente ma con una tinta di sentimento) perché è vero ch'io non ho le carceri, né i piombi, né i pozzi del Palazzo del Doge, ma ho a mia disposizione il palco scenico, questo bel tavolato, che val bene la gogna e la berlina della Repubblica, quando io lo voglia. - Ma tu sei venuta a prendermi per andare al San Samuele a sentire la satira di Zigo?...

NICOLETTA , ho preso il domino anche per voi: è in gondola.

GOLDONI Va bene. - Signori, vado a sentirmi fischiare al San Samuele: vi prego stasera a far che mi fischino anche al Sant'Angelo! - (A Medebac conducendolo un po' avanti) Senza piú inquietarmi, senza piú strepitare, ma con tutta la calma e la tranquillità, vi avverto, caro Medebac, che al finire di quest'anno non sarò piú il vostro poeta. (Parte con sua moglie).

 

 

 




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