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Paolo Ferrari
Goldoni e le sue sedici commedie nuove

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  • ATTO QUARTO
    • Scena undecima
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Scena undecima

 

Goldoni e Nicoletta, indi i personaggi che si vengono indicando.

 

GOLDONI (venendo avanti con sua moglie e con un po' di tristezza) Ora, mia cara moglie, il dado è gettato: ho segnata la mia sentenza: o il ridicolo o la gloria, o la frusta o l'alloro, o impostore o poeta!

NICOLETTA Poeta, poeta!

 

Entrano Norina, Rosina, Tita e Paoletto, e vengono a Goldoni con gioia.

 

PAOLETTO Viva il grande!...

TITA (suggerendo) L'inarrivabile...

PAOLETTO L'inarrivabile!...

TITA (come sopra) Il divino...

PAOLETTO Il divino Goldoni!

GLI ALTRI Viva! Viva!

GOLDONI (ridendo) Grazie, grazie, buone lane! grazie, amici miei! (A Nicoletta) Ecco come sono fatti i comici: testa un po' bislacca, ma cuore tanto fatto.

 

Entrano don Pedro e don Fulgenzio.

 

DON PEDRO Signor Goldoni, il genio e il coraggio che avete mostrato in un momento simile, mi disarmano... e vi ridòno, se la gradite, la mia amicizia.

DON FULGENZIO Ed anche la mia!

GOLDONI Vi ringrazio, signori, infinitamente: ma circa a quell'affare che sapete... non posso rispondervi altro che: ho capito!

DON PEDRO Basta... vedremo... (Fra sé) Se non mi riconcilio, costui mi mette in una delle sue sedici commedie.

DON FULGENZIO (fra sé) È meglio finirla.

 

Entra Medebac raggiante.

 

MEDEBAC Goldoni, mio caro Goldoni, gran mente, gran genio hai tu!... A momenti tutti i palchi sono fermati di nuovo per quest'altr'anno: questo si chiama essere poeta! Se tu vedessi nel mio camerino che folla, che parapiglia, per timore di non fare a tempo a fermarli!

GOLDONI Torna il buon vento, coraggio! (A Medebac) Va' a far suonare qualcosa intanto che la prima donna si veste.

MEDEBAC Quella povera orchestra stasera se li guadagna i suoi quattrini! (Parte. Si presenta Bortolo).

BORTOLO Sua Zelenza Grimani (si tira in disparte).

 

Grimani entra: tutti lo inchinano con gran rispetto.

 

GRIMANI (salutando con degnazione tutti) Paroni, patroni, che no i se scomoda...

GOLDONI (avvicinandosi con trepidazione) Ebbene, Eccellenza?

GRIMANI (con certa comica serietà) La toga, sior bulo! La leza (gli consegna un foglio. Goldoni legge piano).

DON PEDRO (accostandosi con superba famigliarità a Grimani) E poi diranno che noi nobili siamo superbi: guardate, caro Grimani, dove siamo? In un palco scenico!...

GRIMANI (con aria protettoria e di sprezzo) Caro don Pedro Berez... Borez... che no m'arecordo ben; mi me degno piú volentiera de un omo de genio come xe Goldoni, che no faria co zerti nobiluzzi, brodi longhi, che per aver un per de cognomi in erez o in orez i gh'ha la malinconia de mèterse a livelo co un patrizio de la Serenissima de San Marco (portando la mano al cappello); e co la sua scioca albagia xe causa del poco respeto che purtropo se cominzia a aver anche per el vero patriziato.

DON PEDRO Perdoni, Eccellenza; ma se vostra Eccellenza...

GRIMANI (lasciando don Pedro si volge a Goldoni) Onde? Cossa ve par?

GOLDONI (riconoscente) Ah! Eccellenza!...

GRIMANI Da bravo, donca, fè sentir a sti siori cossa dise quela carta, tanto che i amira un trato novelo de la giustizia e imparzialità del ezelso nostro Governo.

GOLDONI (legge) “Se il progresso della scienza e dell'arte dipende spezialmente dalla libertà della discussion e della critica, d'altra parte el Governo de la Republica crede, che la scienza e l'arte no possa esser che pregiudicate quando questa libertà degenera in licenza: in dipendenza del qual prinzipio, el Governo de la Republica

Decreta:

Art. 1°. Resta proibita una commedia satirica detta La Scuola delle vedove, sia per le ingiurie e villanie che in quella se contien contro un altro lavoro teatral detto La Vedova scaltra; sia per i moti osceni e scurrili che vi si lanciano contro certi ceti, certe opinioni, certe nazioni”.

GRIMANI El xe l'afar del Panimbruo contro i Inglesi!

GOLDONI “Art. 2°. È permessa però la libera critica delle opere teatrali, quante volte questa la stia dentro i limiti della convenienza, della moral, e della vera civiltà”.

GRIMANI Cussí el vostro Prologo apologetico xe in salvo.

GOLDONI Oh! capricci della fortuna! Or ora al fondo delle umiliazioni, adesso all'apice della contentezza!

GRIMANI Adesso però permetème una domanda. Vu avè promesso sedese comedie nove per staltr'ano...

GOLDONI E manterrò la promessa.

GRIMANI Ghe n'avarè de pareciae?

GOLDONI Neanche una, Eccellenza.

GRIMANI Ma seu mato donca? In un ano far sedese comedie nove?

GOLDONI Le farò, le farò.

GRIMANI A mi me voria un ano solamente per trovar sedese titoli de comedie!

GOLDONI (ridendo) Eh! Eccellenza, i titoli di sedici commedie si fa presto a trovarli; basta guardarsi intorno: non vede che ognuno di noi qui può dar soggetto di commedia, cominciando da Vostra Eccellenza?

GRIMANI (serio) Come sarave a dir? Da mi cavar sogeto de una comedia?

GOLDONI Di due anzi! Per la preferenza ch'ella accorda al mio stile, l'amor proprio mi suggerisce la prima, ch'io chiamerei: Il Cavaliere di buon gusto. La mia gratitudine poi m'ispira la seconda, che avrebbe nome: Il vero protettore.

GRIMANI No, El Vero amigo.

GOLDONI Ebbene!: Il Vero amico. Cosí eccone già due; poi la questione del poeta Zigo e del poeta Goldoni, eccone una terza: I Poeti. Le menzogne de' miei nemici per perdermi, potrebbero invogliarmi di un soggetto già trattato da Corneille: Il Bugiardo; e quattro. (Guardando don Pedro e don Fulgenzio) Da un romanzo di gran voga, che mi è stato favorito, intitolato Pamela, potrò cavare la quinta.

GRIMANI E vu, no ve volè meter in comedia?

GOLDONI Sí, Eccellenza, farò: L'Avventuriere onorato.

GRIMANI E síe.

GOLDONI Sette: L'Incognita, commedia romanzesca in tre atti, che ho cominciato. (Fra sé) Se sapessero come! (Battendo sulle spalle a Paoletto) Otto: Il Giuocatore; (a Rosina e Norina) nove: La Donna volubile; dieci: I Pettegolezzi delle Donne; undici: Le Donne puntigliose...

PLACIDA (entra dal suo camerino) Eccomi pronta.

GOLDONI Dodici: La finta Ammalata; e poi tutta la compagnia in commedia, farò: Il teatro comico, che fa tredici.

NICOLETTA (avanzandosi) E per me nulla?

GOLDONI (stringendole la mano) Per voi: La Moglie prudente!

DON PEDRO (fra sé) Finora non ci entro io.

DON FULGENZIO (fra sé) Si è scordato di noi.

GRIMANI Cussí le xe quatordese: manca dò. (Entra Sigismondo).

SIGISMONDO (a Goldoni) Gran bei versi! gran tratto di spirito è stato questo! Mi rallegro infinitamente!

GOLDONI (a Grimani) Quindici: L'Adulatore. (Si ride).

 

Sigismondo non capisce nulla. Entra Marzio e ha sentito le ultime parole di Sigismondo.

 

MARZIO Io aspetto a rallegrarmi quest'altr'anno...

GOLDONI (a Grimani) Sedici: Marzio maldicente alla bottega del caffè. (Si ride).

MARZIO (non capisce e chiede a Sigismondo) Che vuol dire: sedici, Marzio maldicente?

SIGISMONDO (a Marzio) Che vuol dire: quindici, l'adulatore?

DON PEDRO (fra sé) Son salvo.

DON FULGENZIO (fra sé) Non ho piú paura.

GOLDONI Ecco sedici titoli di commedie, Eccellenza, che io terrò a mente, ed esporrò quest'altr'anno. Cosí manterrò la mia promessa; ed anzi, per gratitudine al pubblico che m'ha fatto l'onore di credermi capace di tanto, gli darò anche una diciassettesima commedia, e questa avrà per titolo... indovinate? (guardando don Pedro e don Fulgenzio) Il Padre rivale del Figlio! (Si ride).

DON PEDRO (fra sé) Ah! povero me!

DON FULGENZIO (fra sé) Eccoci in commedia tutti due!

GOLDONI (ai comici) Questa sarà la storiella del romanzo Pamela che ho promesso di raccontarvi.

MEDEBAC (entrando) Presto, presto: la suonata è finita; in scena, signori. Tita al posto, ecco il manoscritto (glielo dà).

TITA (prende il manoscritto e un lume) Eccomi: vi dò parola che suggerirò come un angelo! Sarò grande, sarò sublime, sarò ispirato! (Fra sé) Nella Vedova scaltra Paoletto non recita con mia moglie (parte per la scena).

MEDEBAC In scena, in scena! L'olio si consuma (parte per la scena).

PAOLETTO Viva Goldoni!

GLI ALTRI (allegramente entrando nella scena) Viva! Viva!

PAOLETTO (prima di partire a Goldoni) Siete il re di tutti i poeti comici! (Fra sé partendo) Voglio puntare al Re.

SIGISMONDO Vado ad ammirarvi! - Eccellenza, signori! (saluta e parte).

MARZIO Andiamo pure a sorbirci ancora La Vedova scaltra: a momenti la so a memoria. - Eccellenza, signori! (Saluta e parte. Don Pedro e don Fulgenzio fanno per partire inosservati).

GOLDONI Signori, padre e figlio, felice notte!

DON PEDRO Servo loro (parte).

DON FULGENZIO Padroni miei (parte).

GRIMANI Come, saraveli forsi el pare e el fio?... No vogio saver altro! Sè un gran tomo, sè una gran testa! (Parte accompagnato sino alla porta da Goldoni e Nicoletta).

NICOLETTA (tornando) Sicché, è genio o illusione?

GOLDONI Siamo nel 1749; se nel 1750 si applaudiranno le sedici commedie nuove di Goldoni, anche un secolo dopo, forse, si applaudirà Goldoni e le sue sedici commedie nuove.

 



 




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