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Paolo Ferrari
Goldoni e le sue sedici commedie nuove

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Scena nona

 

Nicoletta e Goldoni.

 

GOLDONI Domando io come si fa a non scriver commedie avendo sempre tra' piedi originali di questa natura?

NICOLETTA Io spero bene che quei due romanzi non vi avranno messo alcun sospetto...

GOLDONI Sopra di voi? (Le stringe la mano) Neanche l'ombra: conosco abbastanza mia moglie, e vivo sicuro.

NICOLETTA E... ditemi una cosa, Carlo... posso vivere egualmente sicura io di mio marito?

GOLDONI (scherzando) Ma... sono garanzie troppo pericolose da farsi.

NICOLETTA Voi scherzate, ma io candidamente vi dirò che comincio a sentire un po' troppo spesso a scherzare sulle donne della compagnia, specialmente sulla Medebac...

GOLDONI (sempre scherzoso) Infatti sono tutte belle donnine per verità.

NICOLETTA Ho quindi tanto piú motivo di non essere tranquilla.

GOLDONI (come sopra) Ci vuol buona fede, mia cara: fidarsi è bene!...

NICOLETTA E non fidarsi è meglio!

GOLDONI (come sopra) In tal caso non vi fidate (siede presso al tavolo).

NICOLETTA (presso al fuoco) Sentite, signor marito: vi parlo seriamente e vi dico ch'io non sono donna esigente: non credo che possiate rimproverarmi d'avervi mai seccato con gelosie e pretese; ma infine poi quando dovessi avere la quasi certezza di essere ingannata, sappiate che se voi siete veneziano, io sono genovese ed ho tutta l'alterezza della mia patria!...

GOLDONI Cospetto! niente meno che una dichiarazione di guerra fra le due Repubbliche, fra il Mediterraneo e l'Adriatico!

NICOLETTA (piccata) Fatemi il favore di cessare dagli scherzi.

GOLDONI Ma io, lo sapete, sono tagliato per la comica e non per il patetico.

NICOLETTA (come sopra) Signor marito...

GOLDONI Orsú: voi volete per forza una scena seria? Facciamo una scena seria. - (Seriamente e con amore) Vieni qua, Nicoletta; siedi qui, vicino a me, e ragioniamo. (Nicoletta si allontana dal fuoco e va a sedere presso a Goldoni lasciando a poco a poco il suo malumore) Da che muovono i tuoi sospetti? Dalle parole maligne di un maldicente: ecco ciò che ti ha dato la quasi certezza d'essere ingannata. So peraltro benissimo che qualche voce si è sparsa intorno ai miei supposti amori colla Medebac... ma che dico colla Medebac? Colla amorosa, con la prima servetta, con la seconda amorosa... insomma io sarei una specie di mussulmano, un gallo, che so io! E chi è che spaccia queste voci? Scioperati giovinastri immersi fino agli occhi nelle crapule, nei debiti e nelle dissolutezze; che dalle panche di un caffè ove stanno da mattina a sera a giuocare e ad oziare, si credono in diritto di fare i moralisti sui fatti altrui, vituperando per invidia le riputazioni piú illibate. E la moglie di Goldoni può prestar fede a simili accuse e a simili accusatori? Ma cosí è! La maldicenza piú sfacciata a forza di insistere ottiene talora di questi trionfi. Essa accusa (esaltandosi a poco a poco), essa calunnia sfrontatamente, non rispetta nessuno, non guarda dove colpisca, e quegli stessi che la condannano e si vantano di smascherarla si uniscono poi a lei, senza avvedersene, per calpestare e avvilire gl'innocenti... Ah! ah! perbacco sono andato sul serio davvero: non mi accuserete di avere scherzato questa volta! - Torniamo a noi. Voi conoscete qual è il mio carattere, e sareste indegna di questa lunga giustificazione se non lo aveste conosciuto. Amo ridere, amo scherzare, e piú con gl'individui di sesso diverso dal mio: non mi fò scrupolo di una parola gentile, non fò il pedante a chi mi risponde con gentilezza: ma dopo ciò, son uomo d'onore; non giudico come la moda insegna, e so che il debito principale di un marito è quello di conservare senza macchia il nome ch'egli impone alla moglie. E quanto a me poi, bisognerebbe impalarmi come il mussulmano, tirarmi il collo come al gallo senza misericordia, se potessi preferire una donna di teatro, dell'anno di grazia 1749, ad una cara e virtuosa, e... lasciatevelo dire, bella moglie come voi. Siete persuasa?

NICOLETTA (gli stringe la mano con espansione) Scusatemi, scusatemi se per un momento sono stata indegna di essere vostra moglie.

GOLDONI (alzandosi) Non se ne parli piú; ma ad una condizione.

NICOLETTA Dite pure.

GOLDONI Che non pretendiate da me nessuna cautela, nessuna briga per far cessare le ciarle. Voglio continuare a fare come fò da lungo tempo. Quando le mie azioni sono approvate dalla mia coscienza, dicano gli oziosi e gli spensierati quel che vogliono; mi curo di loro come del pappagallo qui di faccia che dice insolenze a chi passa e crede di cantare. Ma adesso poi che il marito ha provveduto alla propria riputazione, lasciate che il poeta provveda alla propria fama.

NICOLETTA È genio o illusione?

GOLDONI Zitto: comincio a credere che sia genio. Il successo di questa sera mi ha inebriato: e l'ho meritato, sapete; la Vedova scaltra è una buona commedia... sapete che il miglior giudice delle cose mie, dopo voi, sono io stesso... Vedremo che cosa dirà la critica.

NICOLETTA Tacerà.

GOLDONI Tutt'altro; strepiterà tanto piú quanto piú completo è stato il successo... me l'aspetto. Ma non me ne importa: la sfido. In questa testaccia c'è tanto che basta da sopravvivere alle accuse d'una scuola falsa... Stasera, vedi, ho un turbine d'idee... caratteri, posizioni nuove... colpi di scena piccanti e naturali... Eh! se tu fossi stata al teatro stasera!... che trionfo!... che frenesia!... (piglia il lume parlando). Bisogna che mi metta a scrivere... Saranno venute trecento persone in palco scenico a rallegrarsi meco... a salutarmi poeta!... (porge il lume a sua moglie). Scriverò tutta notte... Poeta, capisci!... ecco l'alloro sospirato!... Spero che i miei comici non verranno a seccarmi, come son soliti fare dopo la commedia, coi loro pettegolezzi. Li ho lasciati tutti contenti e d'accordo progettando cene, gozzoviglie, ribotte... Dunque tu, mia cara, a letto che non abbi a soffrire, ed io a tavolino! Buona notte.

NICOLETTA (ridendo) Non si può mandar via con maggior grazia; ma prima d'andar via voglio dirvi una cosa.

GOLDONI Sentiamo, via.

NICOLETTA (prende la mano a Goldoni e lo guarda esitando, poi dice) ... Scusami, Carlo...

GOLDONI (scherzoso) St!... zitta!...

NICOLETTA No; scusami... un momento di gelosia ha potuto... ma è perché ti amo... Del resto, so l'importanza d'esser moglie...

GOLDONI (come sopra) St!... zitta!...

NICOLETTA (scherzosa) No, voglio dirlo: d'essere moglie di Carlo Goldoni! Buona notte (parte da destra correndo).

 

 

 




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