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Paolo Ferrari
Goldoni e le sue sedici commedie nuove

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  • ATTO SECONDO
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Scena seconda

 

Zigo mascherato, Sigismondo, e detti.

 

Sigismondo e Zigo vengono avanti e passeggiano parlando sul davanti della scena.

 

SIGISMONDO Credetemi, caro signor Zigo, non lo dico per adularvi, ma fra voi e il signor Goldoni non si può neanche stabilire il confronto.

ZIGO Lo so, lo so; ma intanto ieri sera... eh! eh! già, sicuramente... (si accomoda la parrucca: le parole e l'atto siano fatti con quella nessuna importanza e fuggevolezza che sono propri degli atti abituali e degl'intercalari: l'attore si guardi dal gravarci sopra).

SIGISMONDO Ieri sera che cosa! Vorreste farvi caso di avere a Venezia tre o quattrocento persone che vi vogliono male, e che perciò applaudono Goldoni? Eh! signor Zigo, tutti i grandi ingegni sogliono essere bersaglio all'invidia. Dante muore all'ospedale dei pazzi di Ferrara; Tasso in esilio a Ravenna. Ma un grande ingegno non si cura del giudizio dei contemporanei: egli aspetta tranquillo quello dei posteri: e i posteri conosceranno tutti Carlo Zigo, mentre sapranno appena che visse un certo Goldoni Carlo, perché osò essere vostro nemico.

ZIGO (gli stringe la mano) Quanto vi sono tenuto, mio caro amico, di questi conforti!

SIGISMONDO Oh! che dite mai? è tutto mio il vantaggio e l'onore; non sapete com'io vada superbo quando nelle conversazioni si parla di Zigo, potendo dire: “Chi? Carlino? Oh! siamo intimi! l'ho visto anche or ora e mi ha detto: dove vai? come stai?”... Anzi vi chieggo in favore d'ora innanzi di trattarci in confidenza, in amicizia piena, e di darci del tu.

ZIGO (superbendo) Oh! ben volentieri!... Bottega!

SIGISMONDO (fra sé) Ha chiamato bottega! È veramente un uomo d'ingegno!

GARZONE Servirla.

ZIGO (a Sigismondo) Che cosa gradireste?

SIGISMONDO Oh! nulla... vi ringrazio.

ZIGO Come, rifiutate? senza complimenti.

s IGI s MONDO Non è per rifiutare... ma propriamente...

ZIGO Ebbene: come volete. (Al garzone) Un caffè.

SIGISMONDO Quando però il mio rifiuto vi offenda... mi guardi il cielo!... (Al garzone) Lo prenderò anch'io.

 

Il garzone via poi torna.

 

ZIGO (venendo a un tavolino avanti, dalla parte della porta che mette al caffè) Mettiamoci qua, in disparte: cosí potrò levarmi la maschera. (Siedono e Zigo si volge in modo da non esser visto da don Pedro e don Fulgenzio) Sentite, Sigismondo, fatemi un favore.

SIGISMONDO Venti, e non uno!

ZIGO Sapete che ho quel maledetto vizio di dire: eh! eh! già, sicuramente, accomodandomi la parrucca?...

SIGISMONDO Eh! già: o belli o brutti, i nostri intercalar gli abbiamo tutti.

ZIGO È vero: ma ora non vorrei che mi sfuggisse fatto; perché, sapete, anche altre volte sono stato riconosciuto a questo solo segnale; e ieri sera con Medebac, non so capire come diamine non si sia insospettito, due volte l'ho fatto!...

SIGISMONDO Vorreste forse che vi trattenessi quando siete per farlo?

ZIGO Già... sicuram...

SIGISMONDO (gli ferma il braccio) Alto là, dunque!

 

Ridono e seguono a parlare piano. Il garzone viene con l'occorrente.

 

DON PEDRO (guardando con l'occhialetto e piano a don Fulgenzio) Chi sono quei due?

DON FULGENZIO (piano) Quello mascherato non l'ho potuto vedere, quell'altro è il signor Sigismondo...

DON PEDRO Quell'adulatore che va in casa Goldoni?

DON FULGENZIO Appunto.

 

Intanto il garzone ha servito il caffè. Sigismondo ha vuotato egli per Zigo e per sé.

 

SIGISMONDO (al garzone) Fammi sentire una di quelle famosissime e inimitabili paste che sapete fare a questo caffè.

GARZONE Servirla (via poi torna).

DON PEDRO (piano a don Fulgenzio) Sapete chi penso che possa essere quello in maschera?

DON FULGENZIO Chi mai?

DON PEDRO Il signor Goldoni, per bacco!

DON FULGENZIO Per bacco, che sia il signor Goldoni?

DON PEDRO Ma perché poi in maschera?

DON FULGENZIO Questo è: perché poi in maschera?

DON PEDRO Stiamo a vedere, e non vi fate scorgere: continuiamo a fingere di leggere la gazzetta (si rimettono a leggere, osservando ecc.).

 

Intanto il garzone ha servito paste a Sigismondo ed è tornato via.

 

SIGISMONDO (mangiando) Voi dunque, signor Zigo... anzi, tu dunque mio caro Carlino, sei qui in maschera per incontrar qualcuno della compagnia Medebac?

ZIGO Appunto: ma dite piano. Ho bisogno di sentire i loro discorsi a proposito del gran Goldoni per incastrarli destramente nella mia satira La Scuola delle vedove che si darà stasera al San Samuele. Anzi, a proposito, vi ho introdotto un magnifico intrigo che non piacerà molto a Goldoni.

SIGISMONDO E qual è questo intrigo?

ZIGO Ecco qui: stamani è venuto da me un signore che dice essere stato messo in commedia da Goldoni, e che sputava faville: mi ha incaricato delle sue vendette; e mi ha raccontato un aneddoto riguardante la Goldoni assai piccante; c'entra un romanzo, una lettera amorosa senza firma, insomma un intrigo pieno di comica... Era curiosissima cosa a vederlo: perché non voleva parere di fare un mal ufficio e voleva pur farmi sapere la storiella!... Ma di tutto questo, silenzio per carità: voi capite che qualche scrupoloso potrebbe trovare... che so io?... poco delicati questi mezzi... specialmente quello con cui ho avuto il manuscritto della Vedova scaltra!... Vi confesso che di quello sono mezzo pentito: sono cose che possono dare armi ai nemici...

SIGISMONDO Stratagemmi di guerra, stratagemmi di guerra!... Ma mettiti la maschera che arriva la prima servetta della compagnia Medebac.

ZIGO (si maschera) Siate prudente, e lasciate condurre la faccenda a me (prende un foglio e si mette a leggere con Sigismondo).

DON PEDRO (a don Fulgenzio piano) Hai conosciuto chi sia?

DON FULGENZIO (piano) Sigismondo sí, quell'altro no.

 

 

 




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