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Paolo Ferrari Goldoni e le sue sedici commedie nuove IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena ottava
Detti, meno Goldoni.
Zigo passeggia adirato poi si avvicina a Sigismondo - Sigismondo finge leggere profondamente immerso ecc. - Gli altri hanno ripreso i loro posti durante il fine della scena settima e sono tutti imbarazzati, e cercano nascondere il loro imbarazzo bevendo tutti acqua che avranno sui rispettivi vassoi; indi soffiandosi tutti il naso - Ma senza caricature sguaiate. Momento di pausa; poi:
SIGISMONDO (dissimulando) Gran freddo oggi! DON PEDRO (egualmente) Eh! vorrà forse nevicare. MARZIO O piuttosto tempestare! ZIGO (fra sé) Essere costretto a celare il mio nome per non compromettermi... e per non farmi rider dietro!... Ma il teatro San Samuele farà le mie vendette!... Eppoi ho aderenze potenti!... (A Sigismondo) E voi, perché non avvertirmi dell'equivoco? SIGISMONDO Se me ne fossi accorto! (A Marzio) Piuttosto il signor Marzio che è cosí astuto e penetrante, e che è sempre in casa di Goldoni, doveva riconoscerlo! MARZIO Io? Se non lo hanno conosciuto le sue comiche, che pure debbono conoscerlo intus et in cute, volevate che lo conoscessi io? NORINA (marcando) Dite piuttosto quei signori là. DON PEDRO E perché mo' questi signori qua? DON FULGENZIO Noi non conosciamo Goldoni piú degli altri! ROSINA Hanno ragione i signori! si trattava del marito, e non della moglie!... DON PEDRO Che bella cosa se ciascuno stesse al suo posto!
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