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Ludovico Ariosto La lena IntraText CT - Lettura del testo |
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Menghino, Ilario, Pacifico, Fazio, Lena.
Io l'ho veduto, non varrà nasconderlo. Ah che noi siàn troppo tardati! gridano là in casa vostra. Deh! Fazio, aiutatemi. Lo voglio ire a trovare, e fargli intendere Non essere... Che cosa è questa? tanto fuoco. Deh, fermatevi: stiamo un poco qui a udir di che contendono. Férmati qui, Menghin: férmati, ascoltami. Lasciami andar, Pacifico: non credere Che diavolo puoi tu dire in cento anni? Che la fistola ti venga! e c'hai veduto tu, brutto asino? Ho veduta Licinia e questo giovane …che abbracciati stavano. Or ecco Fazio. Padron, vi dirò il ver; non vi voglio essere Oh, la, bestia! t'ho ben udito. Che vòi farlo intendere a tutto questo vicinato? Ilario, non sarà mai, per Dio, vero ch'io toleri, che 'l figliuol vostro un scorno sí notabile mi faccia, e a mio poter non me ne vendichi. Che favole, che ciancie fatto credere m'avete de la Lena e di Pacifico? Cosí l'avevo udito anch'io da Corbolo. Ma questa non è ingiuria da passarsene sí leggermente: è di troppa importanzia. Deh, Ilario, mi meraviglio ben di voi: l'ingiuria vi par di sorte, ch'io debba sí facile- mente patir? Se voi sète piú nobile e piú ricco di me, non però d'animo vi sono inferïor; prima che Flavio m'esca di casa, per lui darò esempio che non si denno li miei pari offendere. Pel filiale amor, del qual notizia avete voi com'io, vi prego e supplico che di me abbiate pietade e di Flavio. E l'amor filiale a punto m'eccita a vendicar. nostra! Sarebbe ancora a voi difficile il perdonar, essendo ne' miei termini. Fo del mio onor piú conto (perdonatemi, il vo' dir) che de la vostra amicizia; e quanto ho al mondo vo' piú tosto perdere che quello, e senza quello non vo' vivere. Se modo ci sarà di non lo perdere? Con voi a un tratto mi voglio risolvere. Quando vostro figliuol la mia Licinia sposi, e l'onor perduto le recuperi, saremo amici; altrimenti... Credo che cinquant'anni oggimai passino che voi mi conoscete, e che del vivere mio abbiate quanto alcun altro notizia; e se sempre le cose oneste e lecite mi sian piaciute, sapete benissimo; e se stato vi son sempre benivolo, e sempre pronto a farvi onore et utile, sapete ancor, che qualche esperienzia ve n'ha chiarito: or non pensate ch'essere possa o voglia diverso dal mio solito. Lasciatemi parlar con Flavio, e intendere la cosa a punto; e state di buon animo, ch'io farò tutto quel che convenevole mi sia per emendarvi questa ingiuria.
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