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Ludovico Ariosto La lena IntraText CT - Lettura del testo |
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Flavio, Lena, Corbolo
dir buona notte. Oh molto sei sollecito! Risalutar ben lo dovevi, et essere risalutar, non con parole inutili. So ben che 'l mio buon dí sta nel tuo arbitrio. E 'l mio nel tuo. vorrei. O che guadagno! Dimmi, Flavio: hai tu quella faccenda? Ben puoi credere che non saria venuto, non avendola. Vi so dir che l'ha bella e bene in ordine. Non gli dico di quella; ma dimandogli per certo... cotesto! … ch'un amico mio servirmene dovea fin ieri, e poi mi fece intendere iersera, ch'era già notte, che darmeli farebbe oggi o doman senza alcun dubbio. Ma sta sopra di me: doman non fieno Diman, avendoli, farò che l'altro dí, a questa medesima ora, entrarai qua dentro. In tanto renditi certo di star di fuora. d'averli. ch'io non son, senza danari, per crederti. tôr per danari la fede, che spendere non si può; e questi, che i dazi riscuoteno, fra le triste monete la bandiscono. del miglior senno ch'io m'abbia. Può essere che essendo bella, tu non sia piacevole ancora? O bella o brutta, il danno e l'utile è mio: non sarò almen sciocca, che volgere Mi sia testimonio Dio. Testimonio non vo', che all'esamine io non possa condur. abbiamo teco noi? Non stia qui a perdere tempo, ch'io gli conchiudo, ch'egli a mettere non ha qua dentro il piede, se non vengono prima questi danari, e l'uscio gli aprino. Padron, che poi ti sarà piú piacevole. Io non ho scesa. di due braccia ti freghi le spalle, asina!) Io voglio, dico, danari, e non frottole. Sa ben che 'l patto è cosí; né dolersene può. Tu di' il vero, Lena; ma può essere che sii sí cruda, che mi vogli escludere di casa tua? mi stimi, Flavio, che ti debba credere, che in tanti dí, che siamo in questa pratica, tu non avessi trovato, volendoli, venticinque fiorini? Mai non mancano danari alli par tuoi. Se non ne vogliono prestar gli amici, alli sensali volgiti, che sempre hanno tra man cento usurarii. Cotesta vesta di velluto spogliati, levati la berretta, e all'Ebreo mandali, che ben dell'altre robe hai da rimetterti. Facciàn, Lena, cosí: piglia in deposito fino a doman questa roba, et impegnala se, prima che doman venti ore suonino, non ti do li danari, o fo arrecarteli per costui. Tu pur te ne spoglia, e mandala ad impegnar tu stesso. Mi delibero di compiacerti, e di farti conoscere che gabbar non ti voglio. Piglia, Corbolo, questa berretta e questa roba: aiutami, Che, vuoi trartela? La vo' ogni modo satisfar; che diavolo Fia? Or vadan tutti li beccai e impicchinsi, Che nessun ben come la Lena scortica. Voglio che fra le quindici e le sedici ore, da parte mia, tu vada a Giulio, e che lo preghi che mi trovi subito chi sopra questi miei panni m'accommodi de li danar che sa che mi bisognano. E se ti desse una lunga, rivolgiti al banco de' Sabbioni, e quivi impegnali venticinque fiorini; e come avuto li abbi, o da un luogo o da un altro, qui arrecali. E tu starai spogliato? Un cappino e un saion di panno. che ancor ch'egli entri qui, non ha da credere ch'io voglia che di qua passi la giovane, prima che li contanti non mi annoveri. ma con la condizion ch'io ti specifico.
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