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Ludovico Ariosto La lena IntraText CT - Lettura del testo |
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Lena sola
Vorrebbe il dolce senza amaritudine: ammorbarmi col fiato suo spiacevole, e strassinarmi come una bell'asina, e poi pagar d'un «gran mercè». Oh che giovene, o che galante, a cui dar senza premio debbia piacere! Oh! fui ben una femina da poco, ch'a sue ciancie lasciai volgermi e a sue promesse; ma fu il lungo stimolo di questo uom da nïente di Pacifico, che non cessava mai: - Moglie, compiacelo; sarà la nostra aventura: sapendoti governar seco, tutti i nostri debiti ci pagarà. - Chi non l'avria a principio creduto? Maria in monte (come dicono questi scolari) promettea; poi datoci ha un laccio, che lo impicchi come merita. Poi ch'attener non ha voluto Fazio quel che per tante sue promesse è debito, farò come i famigli che 'l salario non ponno aver, che coi padroni avanzano, che li ingannano, rubano, assassinano. Anch'io d'esser pagata mi delibero per ogni via, sia lecita o non lecita: né Dio né 'l mondo me ne può riprendere. S'egli avesse moglier, tutto il mio studio saria di farlo far quel che Pacifico è da lui fatto; ma ciò non potendosi, perché non l'ha, con la figliuola vogliolo far esser quel ch'io non so come io nomini.
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