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Ludovico Ariosto
La lena

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  • ATTO QUARTO
    • SCENA SECONDA
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SCENA SECONDA

 

Bartolo solo,

 

BARTOLO

Io gli ho mandato dieci volte o dodici

li messi, acciò che li pegni gli tolgano;

ma questi manigoldi, pur che siano

pagati del viaggio, poco curano

di fare essecuzione alcuna. Il credito

mio primo era quaranta lire e quindici

soldi; e di questo tenuto in litigio

m'ha quattro anni, e ci son ben due sentenzie

date conformi; et ho speso in salarii

d'avvocati, procuratori e giudici,

duo tanti; e poco men le citatorie,

le copie de scritture e de capitoli

mi costan. Metti appresso intolerabile

fatica, e gravi spese de gli essamini,

del levar de' processi e de sentenzie;

le berrette, che a questo e a quel traendomi,

le scarpe, c'ho su pel palazzo logore

dietro ai procurator, che sempre corrono:

piú di quaranta lire credo vagliano.

Poi dopo le fatiche e spese, i giudici

solo in quaranta lire lo condannano;

e chi ha speso si può grattar le natiche.

Ve' le ragion che in Ferrara si rendono!

Quelle quaranta lire almen s'avessino!

Ma quando sopra a certe masserizie

poi rivaler mi penso, che non vagliono

quaranta lire quante son tutte, eccoti

la moglie comparir con l'inventario

de la sua dote, che tutte me l'occupa.

Non voglio, né per certo posso credere

che sia in la povertà che referiscono

 

 

 




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