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Ludovico Ariosto
La lena

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  • ATTO TERZO
    • SCENA SECONDA
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SCENA SECONDA

 

Ilario, Egano, Corbolo

 

ILARIO

Non si dovrebbe alcuna cosa in grazia

aver mai sí, che potendo ben venderla,

non si vendesse, solo eccettuandone

le mogli.

EGANO

E quelle ancor, se fusse lecito

per legge o per usanza.

ILARIO

Non che in vendita,

ma a baratto, ma in don dar si dovrebbeno.

EGANO

Di quelle che non fan per te, intelligitur.

ILARIO

Ita: non è già usanza che si vendano,

ma darle ad uso par che pur si toleri.

D'un par di buoi, per tornare a proposito

parlo, che trenta ducati, e tutti ungari...

CORBOLO

(Questi al bisogno nostro supplirebbono.)

ILARIO

…Ieri io vendei a un contadin da Sandalo.

EGANO

Esser belli dovean.

ILARIO

Potete credere...

CORBOLO

(Io li voglio, io li avrò.)

ILARIO

…che son bellissimi.

CORBOLO

(Son nostri.)

ILARIO

Belli a posta lor: mi piaceono

molto piú questi denar.

CORBOLO

(È impossibile

che non stia forte.)

ILARIO

Almen non avrò dubbio

che 'l giudice alle fosse me li scortichi.

EGANO

Fêste bene. quest'è la via. potendovi

far piacer, commandatemi.

ILARIO

A Dio, Egano.

CORBOLO

(La quaglia è sotto la rete; io vo' correre

inanzi, e far ch'ella s'appanni, e prendasi.)

Io non so che mi far, dove mi volgere,

poi che non c'è il patron.

ILARIO

(Oh! che può essere

questo?)

CORBOLO

E che accadea partirsi a Flavio?

ILARIO

(Questa fia qualche cosa dispiacevole.)

CORBOLO

Molto era meglio aver scritto una lettera

al patre, e aver mandato un messo súbito...

ILARIO

(Ohimè, occorsa sarà qualche disgrazia!)

CORBOLO

…Ch'andarvi egli in persona.

ILARIO

(Che può essere?)

CORBOLO

Meglio era ch'egli stesso il fêsse intendere

al duca.

ILARIO

(Dio m'aiuti!)

CORBOLO

Come Ilario

lo sa, verrà volando a casa.

ILARIO

Corbolo!

CORBOLO

Non lo vorrà patire, e farà il diavolo.

ILARIO

Corbolo!

CORBOLO

Ma che farà anch'egli?

ILARIO

Corbolo!

CORBOLO

Chi mi chiama? O patron!

ILARIO

Che c'è?

CORBOLO

V'ha Flavio

Scontrato?

ILARIO

Ch'è di lui?

CORBOLO

Non eran dodici

ore, ch'uscí de la cittade, e dissemi

che veniva a trovarvi.

ILARIO

Che importanzia

c'era?

CORBOLO

Voi non sapete a che pericolo,

egli sia stato!

ILARIO

Pericolo? Narrami:

che gli è accaduto?

CORBOLO

Può dir, padron, d'essere

un'altra volta nato: quasi morto lo

hanno alcuni giottoni; pur, Dio grazia,

il male...

ILARIO

Ha dunque mal?

CORBOLO

Non di pericolo.

ILARIO

Che pazzia è stata la sua di venirsene

in villa, s'egli ha male, o grande o picciolo?

CORBOLO

L'andare a questo mal suo non può nuocere.

ILARIO

Come non?

CORBOLO

Non, vi dico; anzi piú agile

ne fia.

ILARIO

Dimmi: è ferito?

CORBOLO

Sí, e difficile-

mente potrà guarir; non già che sanguini

la piaga...

ILARIO

Ohimè, io son morto!

CORBOLO

Ma intendetemi

dove.

ILARIO

Di'.

CORBOLO

Non nel capo, non ne gli omeri,

non nel petto o ne' fianchi.

ILARIO

Dove? spacciala.

Pur ha mal?

CORBOLO

N'ha pur troppo, e rincrescevole.

ILARIO

Esser non può ch'egli non stia gravissimo.

CORBOLO

Anzi troppo leggiero.

ILARIO

Oh, tu mi strazii!

Ha male o non ha mal? Chi ti può intendere?

CORBOLO

Vel dirò.

ILARIO

Di' in mal punto.

CORBOLO

Udite.

ILARIO

Séguita.

CORBOLO

Non è ferito nel corpo.

ILARIO

Ne l'anima

dunque?

CORBOLO

È ferito in una cosa simile.

Flavio con una brigata di giovani

si trovò iersera a cena; e a me, andandovi,

disse che, come cinque ore suonavano,

andassi a tôrlo con lume; ma (rendere

non ne so la cagion) prima che fossero

le quattro, si partí, e solo venendone,

e senza lume, come fu a quei portici

che al dirimpetto son di Santo Stefano,

fu circondato da quattro, et aveano

arme d'asta, ch'assai colpi gli trassero.

ILARIO

E non l'hanno ferito? Oh che pericolo!

CORBOLO

Com'è piaciuto a Dio, mai non lo colsero

ne la persona.

ILARIO

O Dio, te ne ringrazio.

CORBOLO

Egli voltò loro le spalle, e messesi,

quanto piú andar poteano i piedi, a correre.

Un gli trasse alla testa.

ILARIO

Ohimè!

CORBOLO

Ma colselo

ne la medaglia d'or ch'aveva, e caddegli

la berretta.

ILARIO

E perdella?

CORBOLO

Non: la tolsero

quelli ribaldi.

ILARIO

E non gliela renderono?

CORBOLO

Renderon, eh?

ILARIO

Mi costò piú di dodici

ducati coi pontal d'oro che v'erano.

Lodato Dio, che peggio non gli fecero.

CORBOLO

La roba fra le gambe aviluppandosi,

che gli cadea da un lato, fu per metterlo

tre volte o quattro in terra; al fin, gettandola

con ambedue le mani, sviluppossene.

ILARIO

Insomma l'ha perduta?

CORBOLO

Pur la tolsero

quei ladroncelli ancora.

ILARIO

E se la tolsero

quei ladroncelli, non ti par che Flavio

l'abbia perduta?

CORBOLO

Non credea che perdere

si dicesse alle cose ch'altri trovano.

ILARIO

Oh, tu sei grosso! mi vien con la fodera

ottanta scudi. In somma, non è Flavio

ferito?

CORBOLO

Non, ne la persona.

ILARIO

U' diavolo

in altra parte ferir lo poteano?

CORBOLO

Ne la mente: che si pon gran fastidio,

pensando, oltr'al suo danno, alla molestia

che voi ne sentirete risapendolo.

ILARIO

Vide chi fusser quei che l'assalirono?

CORBOLO

Non, che la gran paura, e l'oscurissima

notte non gli ne lasciò alcun conoscere.

ILARIO

Por si può al libro de l'uscita.

CORBOLO

Temone.

ILARIO

Frasca! perché non t'aspettar, dovendolo

tu gire a tôr?

CORBOLO

Vedete pur...

ILARIO

Ma un asino

sei tu però, che non fosti sollecito

ad ir per lui.

CORBOLO

Cotesto è il vostro solito:

me de gli errori suoi sempre riprendere.

Aspettar mi dovea, o non volendomi

aspettar, tôr compagnia, che sarebbono

tutti con lui venuti, dimandandoli.

Ma non si perda tempo: ora prendeteci,

padron, che 'l male è fresco, alcun rimedio.

ILARIO

Rimedio? E che rimedio poss'io prenderci?

CORBOLO

Parlate al podestade, a i segretarii,

e se sarà bisogno, al Duca proprio.

ILARIO

E che diavolo vuoi che me ne facciano?

CORBOLO

Faccian far gride.

ILARIO

Acciò ch'oltre alla perdita

sia il biasmo ancora. Non direbbe il populo

che colto solo e senza armi l'avessino,

ma che assalito a paro a paro, e toltogli

di patto l'armi e li panni gli fossero

stati. Or sia ancor ch'io vada al duca, e contigli

il caso; che farà, se non rimettermi

al podestade? E 'l podestade subito

m'avrà gli occhi alle mani; e non vedendoci

l'offerta, mostrerà che da far abbia

maggior faccende: e se non avrò indizii,

o testimoni, mi terrà una bestia.

Appresso, chi vuoi tu pensar che siano

li malfattori, se non li medesimi,

che per pigliar li malfattor si pagano?

Col cavallier dei quali o contestabile,

il podestà fa a parte; e tutti rubano.

CORBOLO

Che s'ha dunque da far?

ILARIO

D'aver pazienzia.

CORBOLO

Flavio non l'avrà mai.

ILARIO

Converrà aversela,

o voglia o non: poi ch'è campato, reputi

che gli abbia Dio fatto una bella grazia.

Egli è fuor del timore e del pericolo

senz'altro mal; ma son io, che gravissima-

Mente ferito ne la borsa sentomi.

Mio è il danno, et io, non egli ha da dolersene.

Una berretta gli farò far súbito,

com'era l'altra, e una roba onorevole;

ma non sarà già alcuno ch'a rimettere

mi venga ne la borsa la pecunia

ch'avrò speso, perch'egli non stia in perdita.

CORBOLO

Non saria buon che i rigattieri fossino

avisati, e gli Ebrei, che se venisseno

questi assassini ad impegnare o vendere

le robe, tanto a bada li tenessino,

che voi fosse avisato, sí che, andandovi,

le riavessi, e lor facessi prendere?

ILARIO

Cotesto piú giovar potria che nuocere;

pur non ci spero, che questi che prestano

a usura, esser ribaldi non è dubbio;

e quest'altri, che compran per rivendere,

son fraudolenti, e 'l ver mai non ti dicono;

né altre cose piú volentier pigliano

de le rubate, perché comperandole

costan lor poco; e se danar vi prestano

sopra, fanno che mai non si riscuoteno.

CORBOLO

Avisiamoli pur: facciamo il debito

nostro noi.

ILARIO

Se 'l ti par, va' dunque, avisali.

 

 

 




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