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Ludovico Ariosto
La lena

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  • ATTO TERZO
    • SCENA TERZA
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SCENA TERZA

 

Corbolo, Pacifico.

 

CORBOLO

La cosa ben procede, e posso metterla

per fatta: non mi resta altro a conchiuderla

che farmi i pegni rendere da Giulio,

e poi mandarli per persona incognita

ad impegnar quel piú che possa aversene.

Il vecchio, so, li riscuoterà subito

che saprà dove sien; ma vo' che Flavio

l'intenda, acciò governar con Ilario

si sappia e i nostri detti si conformino.

Ecco Pacifico esce.

PACIFICO

Ti vuol Flavio.

CORBOLO

A lui ne vengo, e buone nuove apportogli.

PACIFICO

Le sa, che ciò c'hai detto, dal principio

al fine abbiamo inteso; ch'ambi stati te

siamo a udir dietro all'uscio, né perdutane

abbiàn parola.

CORBOLO

Che ve ne par?

PACIFICO

Demmoti

la gloria e 'l vanto di saper me' fingere

d'ogni poeta una bugia. Ma fermati,

che non ti vegga entrar qua dentro Fazio;

come sia in casa e volga le spalle, entraci.

 

 

 




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