Scena
quarta
L'abate ed il suddetto.
ABATE Siete ancora
qui? come andò l'esame?
FERNANDO Ho fatto
da inquisitore - cosí alla meglio. Voi non ne sarete persuaso, ma il mestiere è
difficile.
ABATE Che vi è
sembrato della malinconica avventuriera? Voi che non avete voluto darvi a Dio,
ma vivere al secolo, dovete intendervi, per pratica, di certe arie
sentimentali, rugiadose, seducenti...
FERNANDO Me ne
intendo un poco - ma non quanto un confessore.
ABATE Donne simili
non si confessano.
FERNANDO (Se
fossero matte!)
ABATE Dunque?
FERNANDO Dunque
questa Rosalia, nel suo mite dolore, è di una bellezza affascinante, e mi pare
che anche un santo anacoreta potrebbe preferirla alle radici ed alle
flagellazioni... motivo per cui ne sono edificato.
ABATE Cosa vi
edifica?
FERNANDO
Quell'odio sacro che voi le portate.
ABATE Odiarla? al
contrario, io ne sento pietà - un'austera pietà. Vorrei richiamarla sulla buona
strada, e perciò sappiate ch'ero venuto perfino nella determinazione di
offrirle un sicuro asilo all'abbazia, presso di me.
FERNANDO Da vero?
(Voleva proprio tirarla all'ovile!) E lo ha rifiutato?
ABATE
Sdegnosamente ed assolutamente, per non abbandonare...
FERNANDO Chi mai?
ABATE Il suo
amante - e forse...
FERNANDO
Arrigo?... v'ingannate - non si amano.
ABATE Non si
amano? - Eh, voi, don Fernando, non conoscete a fondo il medico Palmieri, come
lo conosco io.
FERNANDO Siete il
suo confessore?
ABATE Di chi? di
un ateo?
FERNANDO Arrigo è
un ateo?
ABATE E quando lo
si vede in chiesa? Mai. Scopre egli il capo davanti alle sacre immagini, che la
pietà dei divoti ha effigiate sulle pareti esterne delle case? Mai. Che cos'è
per lui il miracolo di San Gennaro? Una superstizione alimentata dal clero. In
questa casa si leggono libri perniciosi, empi; non si prega. Fuori di un
crocifisso, perché lo si crede opera di Cellini, voi non trovereste l'immagine
di una Madonna, di un santo... Ma invece, nella biblioteca del medico stanno
sospesi i ritratti di Sarpi, di Arnaldo, di Giordano Bruno, di Campanella, di
Filangieri, di Francesco Conforti, di Domenico Cirillo.
FERNANDO Uomini
grandi...
ABATE Dite settari
che finirono quasi tutti sul patibolo.
FERNANDO Come
Cristo.
ABATE Che dite
voi, don Fernando?
FERNANDO Io sono sorpreso, e non so come monsignore
possa sapere cosí bene quello che si fa, che si dice, che si pensa, che si
mangia in una casa, dove ella viene cosí di rado.
ABATE Vedo
attraverso i muri.
FERNANDO (Cogli
occhi della sacra referendaria). Però non capisco che relazione possono avere
le trasgressioni di culto col carattere morale, cogli amori supposti, di Arrigo
e di Rosalia.
ABATE Non capite
che senza religione non si può dare moralità?
FERNANDO Non lo
capisco, perché ho sentito a decantare il medico - massimamente dai poveri -
per uomo illuminato, filantropo, generosissimo: lo chiamano l'angelo delle
capanne.
ABATE Qui esiste
il pervertimento - ecco la corruzione, lo scandalo. Quest'uomo è pernicioso
tanto alla morale pubblica quanto alla fede.
FERNANDO Qui si fa
una guerra di principî religiosi... lo comprendo, e comprendo che la povera
Rosalia ne sarà la vittima.
ABATE La povera
Rosalia è alla vigilia di andar molto lontano di qui.
FERNANDO La farete
partire? Voi? Monsignore, disonorare una donna sopra alcune apparenze, è tal
cosa...
ABATE Apparenze
voi dite?... ma sappiate che ho in mano dei fatti... e tali che mi costringono
ad agire energicamente.
FERNANDO
Monsignore, pensateci. Rosalia non merita un simile trattamento; io la conosco
da molto tempo; fu sempre buona, onesta... e senza un malaugurato matrimonio...
ABATE (sorpreso)
Maritata? essa?... tanto peggio - o tanto meglio. - E dov'è suo marito?
FERNANDO È ciò che
ignoro...
ABATE Divisa da
lui?
FERNANDO Non per
sua colpa.
ABATE La colpa è
sempre della donna.
FERNANDO Adagio un
poco - bisogna distinguere.
ABATE In casi di
matrimonio noi non facciamo distinzioni.
FERNANDO Ed avete
torto.
ABATE (severo)
Come?
FERNANDO Cioè... (fra
sé) (Difatti, già Roma non distingue che fra scudo e zecchino).
ABATE Frattanto vi
ringrazio di avermi avvisato.
FERNANDO (Credendo
di far bene ho fatto male).
|