Scena
sesta
Il dottor Palmieri ed il
suddetto.
PALMIERI
Monsignore, vi prego a scusarmi se vi ho fatto attendere un poco, ma...
ABATE Sono io anzi
che desidero di essere scusato per esservi venuto a rapire, cosí
all'improvviso, alle gioie domestiche, o alle vostre filosofiche
speculazioni... Capirete bene però che senza un motivo...
PALMIERI Qualunque
sia, monsignore favorisca di accomodarsi.
ABATE Tante grazie
(siedono). Nessuno può ascoltarci?
PALMIERI Nessuno.
ABATE Egli è
perché le cose che ho a dirvi sono piuttosto gravi.
PALMIERI Ed io le
ascolterò colla mia solita pazienza.
ABATE Per non
abusarne soverchiamente, tralascierò dunque gli oziosi preamboli per toccare
subito l'argomento.
PALMIERI Ve ne
sarò obbligato.
ABATE Vengo a
parlarvi di quella certa donna...
PALMIERI Chi è
quella certa donna?
ABATE Uhm?...
Rosalia.
PALMIERI
L'argomento non è nuovo, ma però sempre piacevole.
ABATE Questa volta
non lo sarà poi tanto, giacché è assolutamente necessario che la donna si
allontani, non solo da questa casa, ma anche dal paese.
PALMIERI E perché,
signor abate?
ABATE Non vorrei
spiegarmi di piú.
PALMIERI Allora il
nostro colloquio terminerà presto, perché se è vero che io sono filosofo,
saprete che in filosofia si cerca e si vuole sempre la ragione delle cose e dei
fatti. La necessità che ammette monsignore non è appoggiata a ragioni, molto
meno poi a diritti. Rosalia è una donna onesta, vive nella casa di un uomo
onesto - è l'aia di mia figlia e tanto basta.
ABATE Di vostra
figlia!...
PALMIERI Vi ha dei
dubbi, monsignore?
ABATE Tutt'altro.
Temo solamente che la fanciulla non sia la stessa che diede alla luce vostra
moglie, e che io ebbi l'onore di battezzare.
PALMIERI Come?
ABATE Credo che la
bambina - la vera Emma - abbia cessato di vivere in Catania, alcuni mesi dopo
il vostro soggiorno in quella città.
PALMIERI Siete
male informato.
ABATE Non potrei
esserlo con maggiore esattezza, giacché stamattina appunto quell'abate dei
benedettini si è data la premura di spedirmi l'attestato di morte, che io gli
avevo chiesto, per tutti i casi possibili e che ho l'onore di presentarvi (gli
dà un foglio). Ritenetelo a vostro bell'agio, perché io ne ho un altro. Voi
vedete, che quantunque semplice teologo, cerco anch'io la ragione delle cose.
PALMIERI Quando si tratta di nuocere, lo vedo -
vedo che il signor abate s'interessa - piú che non dovrebbe - dei fatti miei.
ABATE Non dovrei
interessarmi di ciò che potrebbe turbare la tranquillità delle coscienze?
PALMIERI Povere
coscienze, come sono ben governate!
ABATE Ora dunque -
poiché vostra moglie è morta nel dar alla luce la bambina, né voi siete passato
a nuove nozze - non rimane alcun dubbio; la seconda Emma è illegittima.
PALMIERI Potrei
disingannarvi... Ma delle mie azioni, signor abate, io non rendo ragione che
alla mia coscienza, la quale non ha bisogno del vostro governo. L'avere io una
figlia - illegittima, se vi piace, e che d'altronde potrei far legittimare dal
santo padre, con poca spesa - non prova che Rosalia sia sua madre.
ABATE Lo si può
supporre facilmente.
PALMIERI Simili
supposizioni le fanno i cattivi.
ABATE Ma nullameno
stabiliscono lo scandalo morale. Che Rosalia sia o no la madre di Emma poco
importa, il mondo lo crede e basta.
PALMIERI Il mondo
crede ciò che gli impostori gli fanno credere.
ABATE Infine vi è
una cosa che non può mettersi in dubbio - ed è che Rosalia è un'adultera,
perché ha marito. - Vede, signor dottore, che io so anche questo.
PALMIERI Ah,
bisogna convenirne. Se io, come il signor abate mi fa l'onore di credere, sono
l'erede di Domenico Cirillo, martire della scienza e della patria, ella è il
legittimo erede di Torquemada, inquisitore e carnefice.
ABATE Badate bene
a quello che dite!
PALMIERI Vorreste
denunziarmi al Sant'Ufficio? non ho paura, il soffio della civiltà ha spento
per sempre i santi roghi.
ABATE Forse... Ma
è bene che ci calmiamo per ritornare al punto da cui siamo partiti. Questa
donna che vive con voi, separata dal proprio marito...
PALMIERI Separata
- ciò è incontrastabile. Ma il perché lo sa, monsignore?
ABATE No.
PALMIERI Eppure
giudica? condanna?
ABATE Ch'essa ritorni...
PALMIERI Dove?
ABATE Presso suo
marito.
PALMIERI
Nell'ergastolo di Napoli!
ABATE Come?
PALMIERI Da
tredici anni egli è stato condannato e rinchiuso nella casa di forza.
ABATE
Condannato?... Ah, buon Dio! ed essa intanto, invece di piangere la disgrazia
di suo marito?...
PALMIERI E cosa ha
fatto finora?
ABATE Non lo so.
PALMIERI Lo so io.
- La situazione di questa donna è falsa, lagrimevole, disumana - lo comprendo -
ma la colpa non è sua, benché ne porti la pena.
ABATE È di chi
dunque?
PALMIERI Il signor
abate me lo domanda? del concilio di Trento.
ABATE Ah! vorreste
alludere alla indissolubilità del matrimonio?
PALMIERI Appunto.
ABATE Ed ignorate
che fu comandata da Dio?
PALMIERI Non lo
credo.
ABATE Voi dite
cose empie.
PALMIERI
Monsignore può non ascoltarle, se vuole.
ABATE Aspetto le
vostre risoluzioni circa a Rosalia.
PALMIERI Le mie
risoluzioni, signor abate, sono che nessuno ha facoltà di anatomizzare il mio
cuore, d'inquisire i miei intimi rapporti, la mia famiglia. Che Rosalia è
povera, percossa dalla legge, respinta dalla società, calunniata dall'ipocrisia
religiosa. Che io le ho offerto un ricovero onorato e tranquillo, per quella
legge di carità, che imparai dal piú grande dei filosofi - dal Vangelo,
monsignore. Che, infine, per consigli, delazioni o minaccie, io non rinunzierò
il mandato di benefattore che ho ricevuto dalla provvidenza.
ABATE È ciò che
vedremo.
PALMIERI Quando vi
piacerà. - Il signor abate ha altro a dirmi?
ABATE No.
PALMIERI Tanto
meglio (l'abate esce). Povera Rosalia! lasciarla partire?
dividerla da sua figlia?... Oh no! sarebbe lo stesso che farla morire!
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