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Paolo Giacometti La morte civile IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena prima
CORRADO (a sedere presso il tavolo) Amico, è la seconda volta che vi prego di lasciarmi in pace - se potrò trovarla. FERNANDO Ed io vi prego nuovamente a volermi dire qualche cosa riguardo all'accoglimento che avete ricevuto. In primo luogo perché m'interessa la vostra situazione singolarissima, ed inoltre perché vorrei appagare il desiderio di mio zio che aspetta la vostra risposta con grande impazienza. CORRADO Il signor abate ha molta premura e non so perché. Ma posso io rispondere? dire quello che non so? FERNANDO Non avete veduta Rosalia? CORRADO Molte cose mi ha detto, e ne ho compreso una sola. CORRADO (segnando il cuore) Sta qui, amico. CORRADO Senza aprirmi il cuore, no. FERNANDO Da vero che vi rinunzio. - Ma la figlia?... FERNANDO Volevo appunto sapere... L'avete esaminata? FERNANDO Che impressione vi ha fatta? CORRADO Come si possono spiegare certe impressioni? - L'avrei abbracciata ed uccisa. FERNANDO Dunque buio perfetto? CORRADO Orribile - attendo una spiegazione dal medico, che si fa molto desiderare; l'attendo con ansia, con febbre. - È qui che noi ci dobbiamo parlare e per questo vi ho detto di uscire - ve lo dico per la terza volta, non aspettate la quarta. FERNANDO Non l'aspetterò... ma vorrei lasciarvi piú tranquillo, farvi riflettere alle vostre circostanze, le quali potrebbero diventare anche piú gravi, giacché ho veduto alcuni gendarmi a cavallo che si dirigevano all'abbazia e forse per... CORRADO Per arrestarmi?... tanto meglio! quando non si ha piú famiglia si può anche morire! Io ho vissuto per mia moglie e per mia figlia; altrimenti non sapete voi che se mi fosse mancato ogni altro mezzo, avrei fracassato il mio cervello contro i macigni della prigione? Ma sappiate che io possedevo un mezzo migliore, allora, e men doloroso; sappiate che lo possiedo anche oggi... dunque abbiamo un po' di pazienza... non ho bisogno che di poche ore per fare ciò che devo in questa casa e poi... FERNANDO Amico, sono enigmi spaventevoli questi. Badate bene, che, in qualunque caso, voi non avete il diritto della punizione, e molto meno quello della vendetta. CORRADO Chi parla dell'una? chi pensa all'altra? FERNANDO Perché Rosalia, in fine de' conti, merita di essere compatita; non è dessa che vi ha lasciato. - Perbacco! trovarsi maritata e vedova nel tempo stesso!... nell'età di diciannove anni... Che cosa avreste fatto voi, nel suo caso? CORRADO Siete un gran filosofo voi, che nulla soffrite. - (Impazientandosi) Ma non viene? non viene costui?... FERNANDO Purtroppo verrà, e mi spaventano le conseguenze di questo colloquio. Se Arrigo ha la generosa imprudenza di confessarvi... Ah! buon Dio!... che farete voi? CORRADO So io quello che mi dirà?... quello che farò? Sa la palla micidiale dove anderà a colpire, quando non è ancor fuggita dalla sua carcere di bronzo?... Andate, insomma; voglio raccogliermi prima di parlare col medico. FERNANDO Raccoglietevi e meditate; è troppo giusto: giudicherete bene dopo di aver interrogata la vostra coscienza. Coraggio, mio povero amico! (gli stringe la mano ed esce). CORRADO Non ho il diritto della punizione e molto meno quello della vendetta - sono abbastanza giusto per convenirne. Rosalia slanciata da me sull'orlo della voragine, senza guida, debole, sola, poteva sdrucciolare, cadere... chi lo nega! Rosalia avrà desiderata la mia morte, l'avrà attesa, di giorno in giorno, come una buona novella, per essere libera, felice, e... Insomma, non viene piú questo medico? perché tarda cotanto?... Avrà voluto consigliarsi con lei sul modo d'ingannarmi... Oh guai a loro! se non mi confessano... guai! (Vedendo a venire Palmieri) Ecco ch'egli viene, finalmente! Ora Dio ci guardi!
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