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Paolo Giacometti
La morte civile

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  • ATTO QUARTO
    • Scena seconda
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Scena seconda

 

Il dottor Palmieri ed il suddetto.

 

PALMIERI Eccomi a voi. Scusate se vi ho fatto attendere, ma dovevo prepararmi a questo colloquio, cosí improvviso, dovevo riflettere riposatamente alle cose che sono per dirvi.

CORRADO Cosí ho pensato.

PALMIERI La risoluzione non era facile nel mio caso. Si trovano presto i consigli nella rettitudine del proprio cuore, ma io dovevo interrogare anche l'altrui volontà.

CORRADO Quella di Rosalia?

PALMIERI Appunto, e lo feci. Le nostre decisioni, le speranze che abbiamo concepite partono da un principio - ed è che quando un uomo ha commesso errori gravissimi, deve saperli riparare anche a costo della propria vita.

CORRADO È questa la vostra confessione?

PALMIERI Non ancora. - Io ho parlato di voi.

CORRADO Di me? - Prima d'ogni altra cosa, voi favorirete di mostrarmi la fede di nascita di vostra figlia.

PALMIERI Mi domandate l'impossibile, perché io non ho figli.

CORRADO Non avete figli?... ma quella giovinetta?...

PALMIERI Quell'angelica giovinetta che si crede, che tutti credono Emma, si chiama Ada.

CORRADO (con grido) Ada?

PALMIERI È la figlia vostra.

CORRADO Ada vive? è qui? l'ho veduta! era lei!... (vacillante).

PALMIERI Ohimè!... le forze vi abbandonano? tremate tutto...

CORRADO Non volete che io tremi di gioia?... Eh, signore, vi sono gaudi che possono far morire... ma io vivrò - è adesso che vivo. La mia Ada cosí bella!... Ma perché vi crede suo padre? perché vi ama?... tacete; non voglio saperlo. - Voi me la restituite e basta: vi perdono il resto, perdono tutto... e a tutti... Ah! corro a dirle...

PALMIERI Aspettate.

CORRADO Vi ripeto che mi basta.

PALMIERI Ma io ho bisogno di sapere se siete degno di Ada.

CORRADO Non lo fui - lo sarò.

PALMIERI È ciò che spero, ciò che vedremo. Ponete in calma lo spirito, fate tacere il cuore, acciocché la vostra mente possa bene intendermi e meditare sul molto che vi dirò, giacché finora vi ho detto poco. Piuttosto sediamo.

CORRADO (serrando le braccia al petto) Parlate.

PALMIERI È inutile che io vi spieghi di quali mezzi si giovò la provvidenza per farmi incontrare Rosalia. Ciò avvenne alcuni mesi dopo la vostra carcerazione. Io la conobbi afflitta, grama, poverissima, senza famiglia, senza tetto, respinta benanco dalla madre agonizzante, spirata d'angoscia sul sepolcro del misero Alonzo. - La sua situazione deplorabile mi parlò subito al cuore; mi persuasi che, non a caso, il Signore mi aveva condotto presso quella infelice creatura, e ben presto diventai il suo benefattore, senza altro scopo che quello del benefizio. Ero infelice io pure, da poco tempo avevo perduto la moglie e la mia piccola Emma; non mi sarebbe stato possibile di nutrire una passione colpevole, perché quelli che soffrono sono sempre buoni. Nulla di meno vi confesso candidamente, che se Rosalia fosse stata libera, io le avrei dato il mio nome per riabilitarla... ma la poveretta era legata alla vostra catena! Io osservavo con un senso ineffabile di pietà la piccola Ada, che rassomigliava un poco alla mia Emma, e per una predestinazione singolare, mi si andava affezionando ogni giorno di piú, forse perché la ricolmavo di carezze. Quantunque avesse oltrepassati di poco i due anni, mi accorgevo da' suoi lineamenti, dalla tinta pallidissima del viso, e piú di tutto, dalla conformazione del suo cervello, che col crescere dell'età, si sarebbe sviluppata dentro di lei una di quelle nature sensitive, ed essenzialmente nervose, che le piú leggiere impressioni del dolore o della gioia scuotono con forza, quasi direi, con violenza. Osservandola, mi persuadevo che coll'andare degli anni la cognizione del proprio stato e della domestica infamia avrebbero potuto benissimo affievolirle la salute già gracile, e condurla benanche a fine immatura. Dicevo fra me: “Povera bambina! quando, fra poco, giunta all'età della ragionevolezza, chiederai di tuo padre, che ti risponderà la madre tua? che ti diranno gli altri? Ahimè! un'idea fissa, umiliante si mischierà sempre alle tue gioie, alle tue affezioni, ti turberà i sonni - e piú tardi, nell'età delle felici illusioni, quando l'anima vergine avrà bisogno di amore, chi verrà a proferirtelo? chi vorrà dare il proprio nome alla figlia di un forzato?” - Queste riflessioni mi fecero pensare al rimedio; pensai di correggere, a suo riguardo, il vecchio pregiudizio, e dissi un giorno a Rosalia: “Buona madre, se voi lo volete, io costringerò il mondo a rispettare questa fanciulla. Se non posso riabilitare la madre, posso però riabilitare la figlia, darle un nome intemerato, il mio nome. Credendo di aver fatto un cattivo sogno, riabbraccerò la mia Emma nella vostra Ada; avrò un angiolo in cielo, ed una figlia in terra” . - Cosí avvenne... ed ora voi giudicatemi.

CORRADO Senza dubbio, vi è della generosità in ciò che faceste... molto piú se nessuna ricompensa...

PALMIERI Una ne aspetto da voi.

CORRADO Da me?... Nullameno vi dirò che cessa il merito di una buona azione, quando per farla si usurpano i diritti altrui. Signore! quella fanciulla aveva un padre.

PALMIERI Non sapevo persuadermene in forza di un principio, che non mi ha mai permesso di distinguere fra il carcere perpetuo e la tomba, fra l'uomo che muore per legge fisica e quello che cessa egualmente di esistere per legge civile. Ad ogni modo, se violai un diritto nol feci con cattiva intenzione, se commisi un errore, fu, perlomeno, un nobile e pietoso errore.

CORRADO Che voi riparerete - io faccio appello alle vostre parole.

PALMIERI Le mie parole - lo dissi - riguardavano unicamente i vostri errori - ben piú gravi del mio; a voi spetta la riparazione. Rosalia che è stata, e continua ad essere, la vostra vittima, vi offre un insigne esempio di coraggio, giacché comprenderete bene che per accreditare il nostro inganno, perché ognuno si persuadesse che la mia Emma non era morta, Rosalia ha dovuto rinunziare i suoi diritti, le sue gioie di madre.

CORRADO Come?... Rosalia si è rassegnata?... ma voi comprenderete che io non posso, né voglio rassegnarmi...

PALMIERI Vi rassegnerete perché è necessario.

CORRADO Necessario?

PALMIERI E come no?... Io ignoro dove troverete le parole per dire a questa fanciulla, la di cui tempra dilicata e fragilissima ha verificato i pronostici del medico: “Senti, o mia fanciulla, ti hanno ingannata: l'uomo onesto che rispetti ed ami con tanto entusiasmo, non è tuo padre, ma io, che sono ancora bagnato del sangue di un innocente che era tuo zio; io che ti mostro i polsi lacerati dalla catena che strascinai per tredici anni; che non ho ancora scontata la mia pena, che sono fuggito, che posso essere preso, di giorno in giorno, di ora in ora, e ricondotto all'ergastolo, io, io sono tuo padre. Se morirai di crepacuore, di vergogna, non importa, purché io ti abbia abbracciata”.

CORRADO Oh! in nome di Dio, tacete!

PALMIERI Io tacerò... ma vorrei che parlasse il vostro cuore.

CORRADO Mi diceste di farlo tacere.

PALMIERI Ma adesso...

CORRADO Adesso che lo avete squarciato volete che parli?

PALMIERI Dunque tronchiamo il colloquio (si accosta a destra facendo un cenno a persone che si suppongono dentro alla camera).

CORRADO Che significa ciò?

PALMIERI Vedrete. Io ho fatto il mio dovere, voi farete il vostro. Giudicate, assolvete, punite come piú vi aggrada. Volete distruggere la mia opera di redenzione? La legge vi autorizza a farlo; io ne convengo. - Vi accorda anche il diritto di uccidere vostra figlia. - Guardate; viene essa medesima, ed è la povera, la magnanima madre, che la conduce al giudizio.

CORRADO Ah!

PALMIERI Su dunque, coraggio, con una parola voi potete trafiggere due cuori - io starò ad osservarvi.

CORRADO Che tortura è questa!

 

 

 




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