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Paolo Giacometti
La morte civile

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  • ATTO QUARTO
    • Scena terza
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Scena terza

 

Rosalia, Emma e i suddetti.

 

EMMA (senza veder Corrado, corre subito verso Palmieri) Finalmente ti ritrovo! cattivo papà... io non sapevo piú stare senza vederti, quando la buona Rosalia venne a dirmi che mi aspettavi - via, meno male; vuoi farmi un po' di carezze?

PALMIERI Dovevo dirti alcunché... ma adesso stavo ragionando con quell'uomo...

EMMA (osservando Corrado con isbigottimento) Ancora qui?

PALMIERI Come? ti fa paura?

EMMA Molta paura: devi sapere che l'ho veduto un'altra volta, e Rosalia è giunta appena in tempo per salvarmi dalla di lui collera.

CORRADO Ma allora io... (Rosalia tiene sempre gli occhi sopra Corrado, nella massima apprensione).

EMMA Allora, cosa vi avevo fatto? figurati, papà! pretendeva che io mi dovessi chiamare Ada...

CORRADO Perché... (incontrandosi cogli occhi in Rosalia, si arresta).

EMMA Perché si chiama cosí una vostra figlia; e per questo è un'Ada ogni fanciulla?... e poi voleva abbracciarmi, voleva assolutamente che lo chiamassi padre...

CORRADO Ah!...

PALMIERI (subito) E non ti piacerebbe ch'egli fosse tuo padre?...

EMMA Morirei subito! - ma sei tu mio padre... (tremante e con grido di dolore misto a senso di paura), lo sei, è vero! non mi abbandonerai! resterò sempre con te!... (slanciandogli le braccia al collo).

PALMIERI (guarda Corrado in modo che significavedete...”, Corrado abbassa la testa, e Palmieri allora ponendo la mano sul capo di Emma, dice) Sempre!

EMMA Sempre?... Ah! cosí va bene. - Dunque andiamo di , quell'uomo mi fa male al cuore... andiamo di se devi parlarmi.

PALMIERI Precedimi nello studio... vengo subito.

EMMA (con dolcezza) Non farmi aspettare! (entra).

PALMIERI (si accosta a Corrado, il quale si scuote dalla sua concentrazione fosca, profonda) Riflettete su ciò che avete udito, che avete veduto (entra).

ROSALIA (dopo un momento di silenzio) Corrado, hai tu nulla a dirmi?

CORRADO Molto devo dirvi. - Mi si comanda di riflettere su ciò che ho udito, che ho veduto, ed è un uomo vestito di carne, soggetto alle mie stesse passioni quello che mi dice di riflettere, che ordina al mio cuore di tacere quando ha bisogno di urlare, e vuole che parli quando è un sepolcro. - , ho udito e veduto. Ho veduto mia figlia, piú bella di un angiolo, mia figlia, alla quale io faccio paura, che mi odia senza conoscermi e non si accorge che io respiro dentro di lei. Mia figlia, che ama un altro uomo, lo accarezza, lo bacia, si stringe al suo collo... e siete voi che avete permesso ciò, voi che invece d'insegnarle a piangere sulla mia sciagura, a pregare pel misero carcerato, coltivaste nel suo cuore un affetto falso, menzognero, in onta alla natura e alle leggi.

ROSALIA Corrado - io mi sono creduta in diritto di dare a quella infelice ciò che tu le avevi tolto, un buon padre, ed un nome onorato.

CORRADO Un buon padre?... , sono costretto ad ammirare ciò che faceste, che ha fatto Arrigo... ma so che altro è il raziocinio della mente, altro quello del cuore; so che vi sono castighi superiori alle colpe, che non si possono imporre senza offendere l'umanità. E si può comandare ad un padre, che, dopo tanti anni, s'incontra colla propria figlia, di starle davanti impassibile, freddo, muto?... Ah! l'immobilità si ottiene da' macigni. Poc'anzi mi sono frenato, non so come, forse la generosità di quell'uomo mi aveva istupidito, pietrificato. Ma ora il sangue torna a circolare; ora sento il dolore, la gelosia - una orribile gelosia. Vi domando mia figlia.

ROSALIA Ma non l'hai intesa? tua figlia muore.

CORRADO Non morirà; io le racconterò le mie pene, le mie angoscie, i miei rimorsi. Se è buona e santa si rassegnerà volentieri a diventare il mio angelo redentore. Ah ! io ho bisogno di una bianca mano che mi spiani la fronte, che mi rinfreschi il sangue, che mi guidi e mi assista. Ma, se non fosse che per una volta sola, lasciate che io mi stringa al seno la mia... la nostra Ada - poi fuggirò.

ROSALIA Per una volta sola! - E dopo che sarebbe di lei? di Ada?... Ah! Corrado, non è possibile. Tu mi parli delle tue pene, che sono crudeli, - io lo vedo, lo sento - ma non vedi, non senti le mie tu? Vuoi dire alla nostra Ada che sei suo padre! ma io, quando le ho detto di essere sua madre? io che per non doverle spiegare, un giorno, chi era, cosa avevo fatto, dove viveva suo padre, mi sono privata de' miei diritti, e di quelle gioie, che tu ora reclami da me?... , per riparare i tuoi falli, per non costringere Ada ad arrossire de' suoi genitori, mi sono assunto l'uffizio di educatrice, di aia, di serva... e spesso, nel silenzio della notte, mi accostai leggermente al suo letticciuolo, per contemplarla con occhi di madre, senza essere veduta; la baciai con timore e fuggiva subito, come inseguita dal grido della pubblica opinione, ché a Catania, qui, dappertutto mi han creduto una prostituta.

CORRADO (scosso) Tu?... per cagion mia!

ROSALIA È bene che tu lo comprenda; cosí comprenderai egualmente che non puoi, che non devi rapirmi il frutto della patita vergogna, di un sacrifizio che non ha nome nell'istoria delle madri. No, non priverai tua figlia degli agi, dei quali ha bisogno la sua debole complessione; non la chiamerai a dividere con te il disonore, il duro pane dell'elemosina; non la strascinerai sulle montagne per nasconderla in una capanna, col rischio di essere inseguito, scoperto ad ogni momento, ucciso a' suoi piedi... Ah! no, Corrado, se ricusi di esaudire le preghiere della madre, se non t'inteneriscono le lagrime della moglie, abbi compassione almeno della povera donna che ha salvata tua figlia! (inginocchiandosi).

CORRADO In ginocchio, a' miei piedi? tu?... alzati, Rosalia, alzati!

ROSALIA (alzandosi) Piuttosto, sentimi, Corrado, la mia risoluzione è presa. La nostra Ada serbi sempre il nome di Emma, e rimanga col nobile uomo che le ha dato il suo nome. In quanto a me, giacché la donna è una schiava, legata alla volontà del marito, finché questi respira, sia cosí; non me ne lagno, io ti seguirò sulla montagna, nel carcere, al patibolo, se tu lo vorrai.

CORRADO Tu mi seguiresti?... mi seguirai?

ROSALIA Non hai detto: “Rosalia, prendi il tuo fardello e vieni con me”? sono pronta a prenderlo anche oggi. Non abbisogni di una mano che ti spalmi la fronte? che ti rinverdisca il sangue? che ti guidi e ti assista? ebbene, la mano che ricerchi è la mia, è questa - prendila, essa è ben tua.

CORRADO Ah! io non sono degno di toccarla...

ROSALIA Povero Corrado, non lo eri... ma in questo momento , ora puoi appoggiare il tuo capo ardente sul mio seno... Vieni, infelice, vieni! (allargando le braccia).

CORRADO (slanciatosi, ed ora tenendola abbracciata nell'estrema commozione) Rosalia... che gioia è questa!

ROSALIA È la gioia del sacrifizio, è una santa gioia! Dio ti avrà assolto perché hai patito molto; io ti perdono tutto perché sei rassegnato - lo sei, è vero?

CORRADO Lo sono, ; la mia energia è caduta; non posso piú resistere; la mia anima di bronzo si scioglie in lagrime fra le tue braccia!...

 

 

 




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