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Giovanni Della Casa
Rime

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  • LE RIME SECONDO LA STAMPA DEL 1558
    • XLIII
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XLIII

Vivo mio scoglio e selce alpestra e dura,

le cui chiare faville il cor m’hanno arso;

freddo marmo d’amor, di pietà scarso,

vago quanto più formar natura;

 

aspra Colonna, il cui bel sasso indura

l’onda del pianto da questi occhi sparso:

ove repente ora è fuggito e sparso

tuo lume altero? e chi me ’l toglie e fura?

 

O verdi poggi, o selve ombrose e folte,

le vaghe luci de’ begli occhi rei,

che ’l duol soave fanno e ’l pianger lieto,

 

a voi concesse, lasso, a me son tolte;

e puro fele or pasce i pensier miei,

e ’l cor doglioso in nulla parte ho queto.

 




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