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Giovanni Della Casa
Rime

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  • LE RIME EXTRAVAGANTI
    • LXVII
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LXVII

Forse però che respirar ne lice

dopo tanti anni, or questo e or quell’angue

così ne punge, o pur del nostro sangue

non è vermiglia ancora ogni pendice?

 

Terra più ch’altra pria lieta e felice

fatt’è per dura mano ignuda, esangue:

deh perch’in noi virtute e valor langue,

e rinverde avarizia ogni radice?

 

Ch’ancor potrebbe, asciutto il sangue sparso

e sereni i begli occhi or di duol colmi,

frenar le genti Italia a l’antico uso;

 

ned io l’Ibero o più Cesare accuso

che ’l loro aspro vicin, ma piango, e duolmi

rotto vedere il mio bel nido e arso.

 




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