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Giovanni Della Casa
Rime

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  • LE RIME SECONDO LA STAMPA DEL 1558
    • XXVI
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XXVI

 

Mentre fra valli paludose e ime

ritengon me larve turbate e mostri,

che tra le gemme, lasso, e l’auro e gli ostri

copron venen che ’l cor mi roda e lime;

 

ovorma di virtù raro s’imprime,

per sentier novi, a nullo ancor dimostri,

qual chi seco d’onor contenda e giostri

ten vai tu sciolto a le spedite cime.

 

Onde m’assal vergogna e duol, qualora

membrando vo com’a non degna rete

col vulgo caddi, e converrà ch’io mora.

 

Felice te, che spento hai la tua sete!

Meco non Febo, ma dolor dimora,

cui sola lavar l’onda di Lete.

 




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