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Giovanni Della Casa Rime IntraText CT - Lettura del testo |
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LXXII Stolto mio core, ove sì lieto vai? Al mio cibo soave. Ma tosto a me, piangendo, tornerai. Già non m’è il pianger grave. Dunque di duol ti pasci? Altr’esca Amor non have. Che fia dunque il digiun, se ’l cibo è guai?
O falso empio signore, che l’aspro tuo dolore di gioia e di piacer circondi e fasci, e lacrimoso cresci, e lieto nasci.
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