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Giovanni Della Casa
Rime

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  • LE RIME SECONDO LA STAMPA DEL 1558
    • VII
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VII

Io mi vivea d’amara gioia e bene

dannoso assai, ma desiato e caro,

né sapea già che ’l mio signor avaro

a’ buon seguaci suoi fede non tene.

 

Or l’angeliche note e le serene

luci, che col bel lume ardente e chiaro

lieto più ch’altri in festa mi menaro

sì lungo spazio, fra tormenti e pene;

 

e ’l dolce riso, ov’era il mio refugio

quando l’alma sentia più grave doglia,

repente ad altri Amor dona e dispensa,

 

lasso: e fuggir devria di questa spoglia

lo spirto oppresso da la pena intensa;

ma per maggior mio mal, procura indugio.

 




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