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Giovanni Della Casa Rime IntraText CT - Lettura del testo |
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XV Quella, che del mio mal cura non prende, come colpa non sia de’ suoi begli occhi quant’io languisco, o come altronde scocchi l’acuto stral che la mia vita offende,
non gradisce ’l mio cor, e no ’l mi rende, perch’ei sempre di lacrime trabocchi; né vòl ch’i’ pèra, e perché già mi tocchi Morte col braccio, ancor non mi difende.
E io son preso, ed è ’l carcer aperto; e giungo a mia salute, e fuggo indietro; e gioia ’n forse bramo, e duol ho certo.
Da spada di diamante un fragil vetro schermo mi face: e di mio stato incerto né morte Amor da te, né vita impetro.
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