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Giovanni Della Casa
Rime

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  • LE RIME SECONDO LA STAMPA DEL 1558
    • XXIII
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XXIII

Sotto ’l gran fascio de’ miei primi danni,

Amor, di cui piangendo ancor son roco,

è per sé ’l cor oppresso, e non v’han loco

lacrime e sospir novi, o freschi affanni.

 

E tu pur mi richiami, e ricondanni

a l’aspre lutte del tuo crudo gioco,

là ’v’io ricaggia, e par ch’a poco a poco

di mio stesso voler mi sforzi e ’nganni.

 

Ma s’io sommetto a novo incarco l’alma

debile e vinta, e poi l’affligga il pondo,

che fia mia scusa? o chi n’avrà pietade?

 

Pur così stanco, e sotto doppia salma,

di seguir te per le tue dure strade

m’invoglia il desir mio, ned io l’ascondo.

 




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