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Giovanni Della Casa
Rime

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  • LE RIME SECONDO LA STAMPA DEL 1558
    • XXX
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XXX

Le chiome d’or, ch’Amor solea mostrarmi

per meraviglia fiammeggiar sovente

d’intorno al foco mio puro, cocente

(e ben avrà vigor cenere farmi),

 

son tronche, ahi lasso: o fera mano e armi

crude, e o levi mie catene e lente!

Deh come il signor mio soffre e consente

del suo lacciuol più forte altri il disarmi?

 

Qual chiuso in orto suol purpureo fiore,

cui l’aura dolce, e ’l sol tepido, e ’l rio

corrente nutre, aprir tra l’erba fresca;

 

tale, e più vago ancora, il crin vid’io,

che solo esser devea laccio al mio core:

non già ch’io, rotto lui, del carcer esca.

 




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