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Giacomo Leopardi Pensieri IntraText CT - Lettura del testo |
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XLI
Rade volte è ragione che l’uomo si tenga offeso di cose dette di lui fuori della sua presenza, o con intenzione che non dovessero venirgli alle orecchie: perché se vorrà ricordarsi, ed esaminare diligentemente l’usanza propria, egli non ha così caro amico, e non ha personaggio alcuno in tanta venerazione, al quale non fosse per fare gravissimo dispiacere d’intendere molte parole e molti discorsi che fuggono a lui di bocca intorno ad esso amico o ad esso personaggio assente. Da un lato l’amor proprio è così a dismisura tenero, e così cavilloso, che quasi è impossibile che una parola detta di noi fuori della presenza nostra, se ci è recata fedelmente, non ci paia indegna o poco degna di noi, e non ci punga; dall’altro è indicibile quanto la nostra usanza sia contraria al precetto del non fare agli altri quello che non vogliamo fatto a noi, e quanta libertà di parlare in proposito d’altri sia giudicata innocente.
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