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Giacomo Leopardi
Pensieri

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  • CVI
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CVI

 

          Il mondo a quelle cose che altrimenti gli converrebbe ammirare ride; e biasima, come la volpe d’Esopo, quelle che invidia. Una gran passione d’amore, con grandi consolazioni di grandi travagli, è invidiata universalmente; e perciò biasimata con più calore. Una consuetudine generosa, un’azione eroica, dovrebb’essere ammirata ma gli uomini se ammirassero, specialmente negli uguali, si crederebbero umiliati; e perciò, in cambio d’ammirare, ridono. Questa cosa va tant’oltre, che nella vita comune è necessario dissimulare con più diligenza la nobilità dell’operare, che la viltà: perché la viltà è di tutti, e però almeno è perdonata; la nobiltà è contro l’usanza, e pare che indichi presunzione, o che da se richiegga lode; la quale il pubblico, e massime i conoscenti, non amano di dare con sincerità.

 




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