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Giuseppe Parini
Discorso sopra la poesia

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


33-merit | merop-xxxv

                                               grassetto = Testo principale
    Parte                                      grigio = Testo di commento
1 | 33 2 V | Accademici, cui l'esempio dell'abate Soresi e di me abbia rianimato 3 I | prescindere da ogni vano abbigliamento, ed a gettarci immantinente 4 III| movimenti d'ira, di nausea, d'abbominazione, d'orrore, d'amore, d'odio, 5 III| in movimento, niente più abborre che la noia; e quindi è 6 IV | valere a farci prendere abborrimento al vizio, dipingendocene 7 III| nostre leggi non ci facessero abborrire in tali spettacoli l'ingiustizia; 8 V | temperamento che il renda abile a sentire in una maniera, 9 II | perciò comuni a quanti popoli abitano la superficie della terra 10 V | sono, qualche altro degli Accademici, cui l'esempio dell'abate 11 V | puerile amore di gloria gli accende; e, qualora escano dall' 12 I | colla facella della verità accesa nelle mani, non pur l'Inghilterra, 13 I | paragonare. A questi debbono accompagnarsi alcuni altri, i quali, essendo 14 I | qualche cosa, qualora vengano accompagnate dalla vostra sincera approvazione.~ 15 III| crediamo noi che tanto popolo accorra a somiglianti spettacoli? 16 I | null'arte stimano potersi accostare a quella, non che paragonare. 17 I | brevemente parlare, ha nuovi lumi acquistati dallo spirito filosofico; 18 II | quest'arte, gode di vederle adempiute. Ma chi ben considera filosoficamente 19 V | ai giovani che sono quivi adunati, in una inutile o seccagginosa 20 | affatto 21 IV | ricetta ; così nulla è di più agevole che il misurare alcuno parole 22 IV | dell'arte stessa.~ Le si aggiungono nondimeno altri pregi non 23 III| la medesima passione che agita l'uno, fa passaggio al cuore 24 | ai 25 III| Bradamante, le lusinghe d'Alcina, i furori di Rinaldo, le 26 | alcune 27 | alcuno 28 V | prospetto della campagna, che ci allaga e ci inonda di dolcezza 29 IV | mortali sotto le graziose allegorie d'Anfione e d'Orfeo. Omero 30 | allo 31 III| che l'imitazione, quanto s'allontanerebbe dalla cagion del dolore, 32 | Allora 33 I | desinenze si corrispondano alternando con egual suono, così si 34 V | armonia del verso, è come un alto e reale palagio che in noi 35 III| rappresentarsi la Merope, o che in un'amabile solitudine osserva gli effetti 36 II | arte e la natura del cuore amano, ben tosto s'avvede che 37 III| sempre diversi dell'illustre amante di Laura, i sublimi capricci 38 IV | dipingendocene la turpezza, e a farci amar la virtù, imitandone la 39 II | singolari. Fino a' selvaggi dell'America, che non hanno verun culto 40 IV | di probità, di fede, di amicizia, di gloria, di amor della 41 V | piacere? perchè adunque non si ammaestra quivi ancora la gioventù 42 V | ottener l'onore d'essere ammessi in una raccolta, eccoti 43 V | rimatori, i quali vengono ammirati bensì, ma non piacciono.~ 44 IV | amicizia, di gloria, di amor della patria, ne' lor cittadini; 45 | anco 46 III| misto alla compassione, anello il piacere al veder di lontano 47 IV | le graziose allegorie d'Anfione e d'Orfeo. Omero ha pure 48 V | Si fa perdere per qualche anno la metà della giornata ai 49 II | frammenti della poesia degli antichi Galli, de' Celti e degli 50 I | quella spelonca~Là dove Apollo diventò Profeta. ~(Petrarca, 51 II | Da questa deffinizione appare che l'arte poetica non è 52 II | che sembra in certo modo appartenere all'essenza dell'uomo; così 53 V | medesimi, da se stessi si applaudiscono; un puerile amore di gloria 54 III| solo piacere.~ Così essi applicaronsi ad imitare le giaciture 55 I | la poesia son quelli che, applicati essendo ad alcuna delle 56 II | deffinire quest'arte, io credo, appoggiandomi all'autorità de' migliori 57 I | simile guisa la fisica, appoggiatasi all'esperienza, ha insegnato 58 I | sopraffare.~ Abbiamo ora appreso a prescindere da ogni vano 59 I | accompagnate dalla vostra sincera approvazione.~ In due schiere partisco 60 II | dire che questo, perciò appunto che son state sempre comuni 61 II | volesse delle poesie degli Arabi, de' Turchi, de' Persiani, 62 III| della prosa, che esprime più arditamente e più sensibilmente i nostri 63 I | nostri affetti, e, da quelle argomentando, ha stabilito il vero carattere 64 V | Furioso XXXV, 33.)~disse già l'Ariosto. Eppure noi veggiamo tuttodì 65 IV | buoni testimoni Platone, Aristotele, Plutarco ed altri autori. 66 V | eleganza dell'espressione, nell'armonia del verso, è come un alto 67 I | di perfezione a cui sono arrivate le arti.~ Il maggiore poi 68 I | così si persuadono d'essere arrivati ne' più intimi penetrali 69 V | istiamo ad esaminare se l'artefice di quella pietra ci abbia 70 II | per le quali mille valenti artefici si sono renduti immortali.~ 71 II | affetti di chi legge od ascolta, acciocchè ne nasca diletto. 72 I | investigando per ogni più ascoso ripostiglio, senza pericolo 73 IV | il pane, utile come l'asino o il bue; ma che, con tutto 74 III| diletta egualmente, come l'aspetto d'una deliziosa e fiorita 75 IV | possa, volendo, giovare assaissimo. Lascio che tutto ciò che 76 IV | Niuna cosa è più facile dell'asserire che una persona ha il tal 77 V | trastullo alle persone o si assicurano le fischiate della posterità.~ 78 III| nel suo cuore colui che assiso nella platea vede da eccellenti 79 II | le arti, che sono di un'assoluta necessità al viver dell' 80 II | non solo le arti che sono assolutamente necessarie, ma quelle ancora 81 IV | versificatori che da assumono il nome di poeta, o loro 82 IV | che la poesia è un'arte atta per se medesima a dilettarci, 83 III| platea vede da eccellenti attori rappresentarsi la Merope, 84 IV | Aristotele, Plutarco ed altri autori. sono da dimenticarsi 85 II | credo, appoggiandomi all'autorità de' migliori maestri, esser 86 I | tenebre de' pregiudizii autorizzati dalla lunga età e dalle 87 | aveano 88 | avendo 89 | averci 90 | averlo 91 II | cuore amano, ben tosto s'avvede che non dall'opinione degli 92 IV | coltivatori di essa.~ Per bene avvederci dell'origine di questo disprezzo 93 I | filosofia, si è lo averci avvezzati a ponderare con un certo 94 III| cagion del dolore, tanto s'avvicinerebbe al puro e solo piacere.~ 95 III| che ama di esser sempre in azione e in movimento, niente più 96 III| appassionato, e ne composere il ballo; le diverse modulazioni 97 II | meglio illuminate, ma delle barbare ancora, anzi delle selvagge, 98 I | lunga età e dalle venerande barbe de' nostri maggiori, finalmente 99 IV | per ora le tralasceremo, bastandomi che sia chiaro come la poesia 100 V | non sia affatto ridicolo bastano per far sì che ogni monaca 101 II | dell'uomo; così a me par bastevole per se medesima a dimostrare 102 V | vezzi della poesia ma senza bastevoli doti da poterne godere giammai, 103 III| al veder di lontano una battaglia, un vascello nella burrasca, 104 V | seppellisce, che ogni moglie che becca un marito, che ogni bue 105 II | scienza, ma niuna delle belle arti è fiorita giammai. 106 IV | la virtù, imitandone la beltà. E che altro fa il poeta 107 IV | considerevole alla società. E, benchè io sia d'opinione che l' 108 III| la musica e la danza. La benefica natura ha dato all'uomo 109 I | arti.~ Il maggiore poi de' beneficii, anzi quello che dentro 110 II | soccorso delle quali non bisognano stranieri mezzi, ma la mente 111 V | questo mai? E a che può bisognare nel mondo ad un giovine 112 I | punto non serve agli umani bisogni, ch'è vano trattenimento 113 III| di Dante, le gelosie di Bradamante, le lusinghe d'Alcina, i 114 I | quale ho determinato ora di brevemente parlare, ha nuovi lumi acquistati 115 I | valore in quest'arte, di buona fede sono persuasi dell' 116 IV | di che mi possono essere buoni testimoni Platone, Aristotele, 117 III| battaglia, un vascello nella burrasca, un incendio o la morte 118 II | sono l'agricoltura e la caccia. Ma, perciocchè l'uomo non 119 III| quanto s'allontanerebbe dalla cagion del dolore, tanto s'avvicinerebbe 120 III| dell'uomo che trovasi in calma, così riescono tali le parole 121 V | da piantarsi a partire il campo di Damone da quello di Tirsi.~ 122 III| egualmente saltano, ridono, cantano, allorchè provano un'affezione 123 IV | che per pubblico decreto cantavansi in ogni guerra dinanzi alla 124 IV | sono da dimenticarsi i cantici militari di Tirteo, che 125 II | della terra furon sempre il canto, la danza, e, nulla meno 126 I | sonetti e di quelle lor canzoncine, non già in maniera di passatempo, 127 I | diventò Profeta. ~(Petrarca, Canzoniere, CLXVI, ~S'i' fossi stato 128 IV | io, scorrendola per varii capi, ho dimostrato, e come a 129 III| credere, necessaria per ben capire che cosa sia l'arte poetica, 130 IV | cose militari, e i primi capitani della Grecia hanno fatto 131 IV | guerra dinanzi alla tenda del capitano. Esiodo ha insegnata l'agricoltura, 132 III| amante di Laura, i sublimi capricci e grotteschi di Dante, le 133 I | argomentando, ha stabilito il vero carattere e il vero peso de' vizii 134 IV | introdurre sulla scena i caratteri lodevoli e vituperevoli 135 V | viver civile, rimangono a carico de' lor genitori, si rendono 136 III| i nostri costumi, se la carità non ci facesse tener per 137 V | a poter presentarvi una cattiva prosa frastagliata in versi, 138 III| montagna, d'un diserto, o d'una caverna?~ Ora, que' primi uomini 139 | ce 140 I | ancora donati le aveano, di celeste, di divina e di maestra 141 II | degli antichi Galli, de' Celti e degli Sciti. Lungo sarebbe 142 IV | IV~ ~Egli è adunque certissimo che la poesia è un'arte 143 IV | utili a ragione si posson chiamare quell'arti che contribuiscono 144 IV | tralasceremo, bastandomi che sia chiaro come la poesia abbia facoltà 145 II | viaggiatori la poesia della China, del Giappone, de' Norvegi, 146 IV | misurare alcuno parole e il chiuderlo In uno spazio determinato. 147 IV | al mondo si trovano tanti ciarlatani, che di medico il nome si 148 V | quello di Tirsi.~Son come i cigni anco i poeti rari, ~Poeti 149 I | numero, la dignità delle circostanze ci possano sopraffare.~ 150 IV | amor della patria, ne' lor cittadini; e finalmente di tener lontano 151 I | Petrarca, Canzoniere, CLXVI, ~S'i' fossi stato fermo 152 III| d'una deliziosa e fiorita collina, l'ispido, il nudo, il desolato, 153 | collo 154 V | una Venere degna d'esser collocata in una reale galleria, ovveramente 155 I | o della spedizione d'una colonia.~ L'altra parte di coloro 156 III| dipinte a più sfacciati colori. Perciò il linguaggio della 157 II | le quali presso tutte le colte genti in sommo pregio si 158 IV | dell'arte, dei valenti coltivatori di essa.~ Per bene avvederci 159 III| e de' trionfi, che del combattimento de' gladiatori. Il che proveremmo 160 I | dallo spirito filosofico; e, comechè abbia per una parte perduti 161 II | poesia, e di qui ha avuto cominciamento.~ Da questa deffinizione 162 II | meno di queste, la poesia.~Cominciando dagli Ebrei fino agli ultimi 163 V | che la pietra richiede, commendiamo qualunque vile selce o macigno, 164 III| discorre, e tra l'uomo ch'è commosso ed agitato, le cui Idee 165 V | rendono ridicoli a' lor compagni meglio consigliati, e, se 166 III| piacere o del dispiacere del compagno, ne viene più o meno agitato. 167 IV | spassionatamente la esamina dee comparire, onde proviene che a' di 168 IV | Ciò ch'io ho detto de' componimenti teatrali, si può dir colla 169 III| dell'uomo appassionato, e ne composere il ballo; le diverse modulazioni 170 I | arti, pervenuti siamo a comprendere il giusto valor di ciascuna, 171 II | all'altro popolo si sono comunicate, ma che sembra in certo 172 IV | certa trascuraggine vien conceduto dalla moltitudine, che non 173 IV | dire a noi vantaggioso; conciossiachè, essendo certo che utile 174 III| quantunque infelici, ove non concorrano questi motivi. Chi è di 175 I | utili, con troppa severità condannano questa e tengonla a vile, 176 II | questa vogliono condannare, condannar debbono egualmente la pittura, 177 II | quali, se questa vogliono condannare, condannar debbono egualmente 178 IV | permesso alla sua stagione, la condotta delle cose militari, e i 179 II | Inglesi e da' Francesi. È pur conosciuta da' viaggiatori la poesia 180 II | verun culto di religione, conoscono la poesia.~ Questa sola 181 I | mezzo, che colla ragione consenta e colla verità? Io non credo 182 II | vederle adempiute. Ma chi ben considera filosoficamente quest'arte 183 IV | non meritano meno d'esser considerate; ma noi per ora le tralasceremo, 184 IV | può essere d'un vantaggio considerevole alla società. E, benchè 185 V | ridicoli a' lor compagni meglio consigliati, e, se mai producono alcuna 186 II | la statuaria e le altre consimili arti di puro diletto, le 187 I | esaminare per poco in che consista la poesia.~~~ 188 V | disonorare la poesia. Non contento, chi lor presiede, d'insegnar 189 I | del Presente discorso, Che conterrà alcune mie riflessioni, 190 I | quello che dentro di contiene tutti gli altri che recati 191 V | di me abbia rianimato a continovare un esercizio, che ci può 192 V | persone viene in sì piccol conto tenuta la poesia. meno 193 IV | scienza ha forse ora tanti contradditori e tanti disprezzatori quanti 194 V | ci penetra al cuore. Al contrario la poesia che tocca e muove, 195 IV | certo che utile è ciò che contribuisce a render l'uomo felice, 196 IV | poeti che la loro arte abbia contribuito a raccoglier insieme i dispersi 197 | contro 198 II | regole che gli uomini hanno convenuto di stabilire a quest'arte, 199 II | ministrato.~ Per rimanere convinto di ciò, egli è mestieri 200 V | tenuta la poesia. meno cooperano a ciò molti, per altro valorosi, 201 IV | noi le passioni ch'ella copia dal vero. E questo è un 202 I | giudicare della natura de' corpi, e colla scorta di essa 203 III| giaciture e i movimenti del corpo dell'uomo appassionato, 204 I | ciascuna, e le cui desinenze si corrispondano alternando con egual suono, 205 III| uomo certi segni, sempre costanti ed uniformi in tutti i popoli 206 | costoro 207 III| più raddolciti i nostri costumi, se la carità non ci facesse 208 | cotesto 209 I | ringalluzzandosi, e di versificatori credendosi divenuti veramente poeti, 210 III| troppo lunga, ma ch'è, al mio credere, necessaria per ben capire 211 II | America, che non hanno verun culto di religione, conoscono 212 II | lor natura, fanno sopra il cuor nostro, vengano a recarci 213 III| chi li mira, eccitando ne' cuori le stesse passioni, non 214 II | tradotte nella lor lingua dagl'Inglesi e da' Francesi. 215 | dagli 216 | dallo 217 V | piantarsi a partire il campo di Damone da quello di Tirsi.~Son 218 IV | restasse tempo da pensare a dannosi macchinamenti contro al 219 III| capricci e grotteschi di Dante, le gelosie di Bradamante, 220 I | parte di coloro che sogliono dar giudizio sopra la poesia 221 IV | solamente per lo piccolo fine di dare al popolo divertimento? 222 III| danza. La benefica natura ha dato all'uomo certi segni, sempre 223 V | averlo fatto coll'eccitamento datovi, acciocchè, ogni mese almeno, 224 III| forte affetto dell'animo debb'esser nata, siccome da un 225 IV | teatrali, si può dir colla debita proporzione ancora d'ogni 226 IV | Spartani, e che per pubblico decreto cantavansi in ogni guerra 227 II | dispute che si sono fatte per deffinire quest'arte, io credo, appoggiandomi 228 II | cominciamento.~ Da questa deffinizione appare che l'arte poetica 229 V | saputo formare una Venere degna d'esser collocata in una 230 | dei 231 III| egualmente, come l'aspetto d'una deliziosa e fiorita collina, l'ispido, 232 | dello 233 I | le Spagne, dissipando le dense tenebre de' pregiudizii 234 | dentro 235 II | ma da fisiche sorgenti deriva quel piacere che dal poeta 236 II | quale, veggendo esattamente descritte le tali e tali cose secondo 237 I | sillabe per ciascuna, e le cui desinenze si corrispondano alternando 238 III| collina, l'ispido, il nudo, il desolato, l'orrido d'una montagna, 239 | desse 240 V | reale palagio che in noi desta la maraviglia ma non ci 241 | dice 242 III| provengono i medesimi segni, si diedero ad imitarli, giudicando 243 IV | ciò proceda non già dal difetto dell'arte, dei valenti 244 I | età, il numero, la dignità delle circostanze ci possano 245 IV | giovare direttamente, ma di dilettare, nulladimeno son persuaso 246 V | non vi abbiamo giovato o dilettato col recitarvi le cose nostre, 247 V | allo stesso tempo forte e dilicata, le impressioni degli oggetti 248 V | imperocchè come potrebbe dilicatamente o fortemente dipingerli 249 IV | altri autori. sono da dimenticarsi i cantici militari di Tirteo, 250 I | certo disinteresse le cose, dimodochè l'età, il numero, 251 II | adunque di essa, siccome dimostra non esser la poesia una 252 I | poeti, così fanatici si dimostrano per amore della poesia, 253 II | bastevole per se medesima a dimostrare che un vero, reale e fisico 254 I | diversi sistemi, e quinci dimostrate ridicole le vane paure del 255 IV | scorrendola per varii capi, ho dimostrato, e come a chi spassionatamente 256 | dinanzi 257 III| o se dalla sola opinione dipendano o no que' dolci movimenti 258 IV | prendere abborrimento al vizio, dipingendocene la turpezza, e a farci amar 259 II | poesia l'arte d'imitare o di dipingere in versi le cose in modo 260 V | dilicatamente o fortemente dipingerli ed imitarli chi per un certo 261 III| rapide e, per così dire, dipinte a più sfacciati colori. 262 III| il tempo non ce ne avesse disavvezzati. Bene il proviamo nondimeno 263 I | illusione siamo giunti a discoprirne il vero. In simile guisa 264 III| tra l'uomo che riflette e discorre, e tra l'uomo ch'è commosso 265 I | quella gravità ch'altri discorrerebbe del piano d'una campagna 266 V | rimetta ad altra occasione li discorrervene a lungo. Frattanto io spero 267 III| orrido d'una montagna, d'un diserto, o d'una caverna?~ Ora, 268 I | a ponderare con un certo disinteresse le cose, dimodochè l' 269 V | istesse contribuiscono a disonorare la poesia. Non contento, 270 IV | contribuito a raccoglier insieme i dispersi mortali sotto le graziose 271 III| provano un'affezione che dispiace alla lor anima; e tutti 272 III| cagione del piacere o del dispiacere del compagno, ne viene più 273 II | per lasciare da un lato le dispute che si sono fatte per deffinire 274 V | Orlando Furioso XXXV, 33.)~disse già l'Ariosto. Eppure noi 275 I | la Germania e le Spagne, dissipando le dense tenebre de' pregiudizii 276 I | giusto valor di ciascuna, distinguendo tra le necessarie e le utili, 277 III| quello della poesia lo stesso divario che corre tra l'uomo che 278 V | in una raccolta, eccoti diventato poeta.~ Le scuole pubbliche 279 V | nel volere che gli scolari diventino poeti. E perchè questo mai? 280 I | spelonca~Là dove Apollo diventò Profeta. ~(Petrarca, Canzoniere, 281 I | versificatori credendosi divenuti veramente poeti, così fanatici 282 III| poesia ha un linguaggio diverso da quello della prosa, che 283 IV | piccolo fine di dare al popolo divertimento? Troppo male noi penseremmo 284 I | le aveano, di celeste, di divina e di maestra di tutte le 285 V | ci allaga e ci inonda di dolcezza il sono.~ Ora che dovremo 286 III| opinione dipendano o no que' dolci movimenti d'ira, di nausea, 287 I | quasi Genio felice sorto a dominar la letteratura di questo 288 I | maggiori filosofi ancora donati le aveano, di celeste, di 289 V | poesia ma senza bastevoli doti da poterne godere giammai, 290 III| qualora non ha occasione di dover temere per , sente piacere 291 V | dolcezza il sono.~ Ora che dovremo dire della nostra presente 292 | dunque 293 II | io solo delle nazioni ch'ebber riputazione delle meglio 294 II | poesia.~Cominciando dagli Ebrei fino agli ultimi popoli 295 III| assiso nella platea vede da eccellenti attori rappresentarsi la 296 I | fede sono persuasi dell'eccellenza ed importanza di essa, e 297 V | almeno di averlo fatto coll'eccitamento datovi, acciocchè, ogni 298 III| recan diletto a chi li mira, eccitando ne' cuori le stesse passioni, 299 IV | ella fa della natura e coll'eccitare in noi le passioni ch'ella 300 | ecco 301 | eccoti 302 III| amabile solitudine osserva gli effetti sempre diversi dell'illustre 303 I | corrispondano alternando con egual suono, così si persuadono 304 V | torno del pensiero, nella eleganza dell'espressione, nell'armonia 305 I | dall'altra un merito meno elevato, a dir vero, ma più solido 306 V | trascurano il più importante dell'eloquenza, e, invaghiti di se medesimi, 307 | Eppure 308 IV | imperfettamente bensì, ma pure quanto era permesso alla sua stagione, 309 IV | repubbliche mantenessero dell'erario comune i teatri? solamente 310 III| Rinaldo, le tenerezze d'Erminia, e simili.~~~ 311 V | e, qualora escano dall'erudito ginnasio, innamorati de' 312 IV | chi spassionatamente la esamina dee comparire, onde proviene 313 I | vizii e delle virtù. Così, esaminando le matematiche e le arti, 314 II | opinione, la quale, veggendo esattamente descritte le tali e tali 315 V | gli accende; e, qualora escano dall'erudito ginnasio, innamorati 316 V | rianimato a continovare un esercizio, che ci può essere nello 317 IV | alla tenda del capitano. Esiodo ha insegnata l'agricoltura, 318 I | fisica, appoggiatasi all'esperienza, ha insegnato a ben giudicare 319 V | pensiero, nella eleganza dell'espressione, nell'armonia del verso, 320 III| riescono tali le parole e l'espressioni. Quindi è che la poesia 321 III| quello della prosa, che esprime più arditamente e più sensibilmente 322 III| popoli del mondo, onde poter esprimere al di fuori il dolore o 323 V | impressioni degli oggetti esteriori; imperocchè come potrebbe 324 | eziandio 325 I | questo secolo, scorre colla facella della verità accesa nelle 326 | facesse 327 | facessero 328 IV | poesia. Niuna cosa è più facile dell'asserire che una persona 329 III| cosa sia l'arte poetica, facilmente altri può dedurre se sia 330 I | poesia. Altri sono certi facitori di versi o sia misuratori 331 IV | chiaro come la poesia abbia facoltà di piacerne per via del 332 I | divenuti veramente poeti, così fanatici si dimostrano per amore 333 | fanno 334 | fatte 335 | fecero 336 IV | contribuiscono a renderne felici col dilettarci in alcuni 337 I | CLXVI, ~S'i' fossi stato fermo alla spelunca)~ Allora è 338 I | solo i poeti, ma i maggiori filosofi ancora donati le aveano, 339 I | recati ci abbia la moderna filosofia, si è lo averci avvezzati 340 II | adempiute. Ma chi ben considera filosoficamente quest'arte e la natura del 341 V | persone o si assicurano le fischiate della posterità.~ Questo 342 I | vero. In simile guisa la fisica, appoggiatasi all'esperienza, 343 II | dimostrare che un vero, reale e fisico diletto produca la poesia 344 III| essere spettatori de' giuochi florali, dell'ovazione, e de' trionfi, 345 I | consiste fuorchè in una foggia di parlare diversa dal linguaggio 346 IV | la lingua e simili, che formano la parte meccanica di lei, 347 V | quella pietra ci abbia saputo formare una Venere degna d'esser 348 V | potrebbe dilicatamente o fortemente dipingerli ed imitarli chi 349 III| sempre più veementi, più forti e, per così dir, più scolpiti 350 I | Canzoniere, CLXVI, ~S'i' fossi stato fermo alla spelunca)~ 351 | fra 352 II | ancora memorie o graziosi frammenti della poesia degli antichi 353 II | lingua dagl'Inglesi e da' Francesi. È pur conosciuta da' viaggiatori 354 I | non pur l'Inghilterra, la Francia e l'Italia, ma la Germania 355 V | presentarvi una cattiva prosa frastagliata in versi, che, più non pensando 356 | fu 357 I | merito in altro non consiste fuorchè in una foggia di parlare 358 | fuori 359 V | del nome indegni,~(Orlando Furioso XXXV, 33.)~disse già l'Ariosto. 360 | furon 361 II | Islandesi, che in materia di furore poetico sono fra gli altri 362 III| le lusinghe d'Alcina, i furori di Rinaldo, le tenerezze 363 V | esser collocata in una reale galleria, ovveramente un passatoio 364 II | della poesia degli antichi Galli, de' Celti e degli Sciti. 365 III| grotteschi di Dante, le gelosie di Bradamante, le lusinghe 366 IV | proporzione ancora d'ogni altro genere di poesia.~ Se la poesia 367 I | spirito filosofico, che, quasi Genio felice sorto a dominar la 368 V | rimangono a carico de' lor genitori, si rendono ridicoli a' 369 I | ch'è vano trattenimento di gente oziosa e il cui merito in 370 I | Francia e l'Italia, ma la Germania e le Spagne, dissipando 371 I | vano abbigliamento, ed a gettarci immantinente sopra l'essenza 372 III| applicaronsi ad imitare le giaciture e i movimenti del corpo 373 II | poesia della China, del Giappone, de' Norvegi, de' Lapponi, 374 V | qualora escano dall'erudito ginnasio, innamorati de' vezzi della 375 III| Romani non provavano minor gioia dall'essere spettatori de' 376 V | qualche anno la metà della giornata ai giovani che sono quivi 377 V | la metà della giornata ai giovani che sono quivi adunati, 378 V | che, se noi non vi abbiamo giovato o dilettato col recitarvi 379 III| si diedero ad imitarli, giudicando che l'imitazione, quanto 380 I | mie riflessioni, le quali giudicherò meritar qualche cosa, qualora 381 I | coloro che sogliono dar giudizio sopra la poesia son quelli 382 III| dall'essere spettatori de' giuochi florali, dell'ovazione, 383 III| incendio o la morte d'un giustiziato? Perchè crediamo noi che 384 III| che del combattimento de' gladiatori. Il che proveremmo noi medesimi 385 IV | politica. E non in vano si gloriano i poeti che la loro arte 386 II | stabilire a quest'arte, gode di vederle adempiute. Ma 387 V | bastevoli doti da poterne godere giammai, odiando ogni scienza 388 IV | macchinamenti contro al governo, e perchè, trattenuto in 389 V | mediocre osservazione della gramatica, la legittimità delle rime, 390 | gran 391 IV | usurpano o loro si concede gratis, e tanti versificatori che 392 I | passatempo, ma con quella gravità ch'altri discorrerebbe del 393 IV | dispersi mortali sotto le graziose allegorie d'Anfione e d' 394 II | rimangono ancora memorie o graziosi frammenti della poesia degli 395 V | che tocca e muove, è un grazioso prospetto della campagna, 396 IV | e i primi capitani della Grecia hanno fatto sopra l'Iliade 397 III| popoli sospirano, piangono, gridano, allorchè provano un'affezione 398 V | imitarli chi per un certo modo grossolano ed ottuso le avesse ricevuto?~ 399 III| Laura, i sublimi capricci e grotteschi di Dante, le gelosie di 400 IV | decreto cantavansi in ogni guerra dinanzi alla tenda del capitano. 401 IV | un pregio non vano, non ideale, non puerile dell'arte stessa.~ 402 III| commosso ed agitato, le cui Idee sogliono essere più rapide 403 | II 404 | III 405 IV | Grecia hanno fatto sopra l'Iliade i loro studii; di che mi 406 I | ripostiglio, senza pericolo d'illusione siamo giunti a discoprirne 407 III| effetti sempre diversi dell'illustre amante di Laura, i sublimi 408 IV | e a farci amar la virtù, imitandone la beltà. E che altro fa 409 IV | medesima a dilettarci, coll'imitar ch'ella fa della natura 410 III| imitarli, giudicando che l'imitazione, quanto s'allontanerebbe 411 III| e vien sostenuto dalle immagini e da certi tratti più vivaci 412 I | abbigliamento, ed a gettarci immantinente sopra l'essenza della cosa, 413 II | artefici si sono renduti immortali.~ Mi si potrebbe rispondere 414 IV | ha pure insegnato, molto imperfettamente bensì, ma pure quanto era 415 V | degli oggetti esteriori; imperocchè come potrebbe dilicatamente 416 V | verseggiare, trascurano il più importante dell'eloquenza, e, invaghiti 417 V | ragionarvi meglio di me, e di più importanti cose che queste non sono, 418 I | persuasi dell'eccellenza ed importanza di essa, e ragionano di 419 II | diversa, ma per una reale impressione, che tuttavia, e di lor 420 V | tempo forte e dilicata, le impressioni degli oggetti esteriori; 421 III| vascello nella burrasca, un incendio o la morte d'un giustiziato? 422 IV | spezialmente in Italia, incontra tanti disprezzatori? Se 423 I | altra alquanto salendo, s'incontrino in un giusto mezzo, che 424 V | Poeti che non sien del nome indegni,~(Orlando Furioso XXXV, 425 II | Turchi, de' Persiani, degl'Indiani, delle quali molte veder 426 IV | militari di Tirteo, che infiammarono e spinsero alla vittoria 427 V | presente poesia italiana? Infinite cose ci sarebbero a dire. 428 I | accesa nelle mani, non pur l'Inghilterra, la Francia e l'Italia, 429 III| abborrire in tali spettacoli l'ingiustizia; e se finalmente il tempo 430 II | tradotte nella lor lingua dagl'Inglesi e da' Francesi. È pur conosciuta 431 V | escano dall'erudito ginnasio, innamorati de' vezzi della poesia ma 432 V | campagna, che ci allaga e ci inonda di dolcezza il sono.~ Ora 433 V | contento, chi lor presiede, d'insegnar male le arti che servir 434 IV | del capitano. Esiodo ha insegnata l'agricoltura, ed altri 435 IV | contribuito a raccoglier insieme i dispersi mortali sotto 436 IV | io sia d'opinione che l'instituto del poeta non sia di giovare 437 IV | loro legislatori. Il loro intento si fu di spargere, per mezzo 438 II | relativamente.~ Ma io odo interrogarmi: E in che consiste egli 439 I | d'essere arrivati ne' più intimi penetrali di quella spelonca~ 440 II | non nasce già da motivi intrinseci a quella, ma dalla sola 441 IV | il poeta che ciò, collo introdurre sulla scena i caratteri 442 V | arti che servir debbono d'introduzione al viver civile, si sbraccia 443 V | sono quivi adunati, in una inutile o seccagginosa occupazione. 444 V | importante dell'eloquenza, e, invaghiti di se medesimi, da se stessi 445 I | e, quella penetrando e investigando per ogni più ascoso ripostiglio, 446 I | volgo. La morale, postasi ad investigare direttamente il cuore umano, 447 III| no que' dolci movimenti d'ira, di nausea, d'abbominazione, 448 II | Norvegi, de' Lapponi, degl'Islandesi, che in materia di furore 449 III| deliziosa e fiorita collina, l'ispido, il nudo, il desolato, l' 450 V | poeta.~ Le scuole pubbliche istesse contribuiscono a disonorare 451 V | saputo segarlo. Noi non istiamo ad esaminare se l'artefice 452 V | della nostra presente poesia italiana? Infinite cose ci sarebbero 453 | IV 454 I | penetrali di quella spelonca~ dove Apollo diventò Profeta. ~( 455 III| certi tratti più vivaci e lampeggianti: in guisa che corre tra 456 II | Giappone, de' Norvegi, de' Lapponi, degl'Islandesi, che in 457 II | II~ E per lasciare da un lato le dispute che 458 IV | volendo, giovare assaissimo. Lascio che tutto ciò che ne reca 459 II | II~ E per lasciare da un lato le dispute che si sono fatte 460 III| dell'illustre amante di Laura, i sublimi capricci e grotteschi 461 V | che ogni bue che prenda la laurea, ricorrano a voi. Sì tosto 462 V | trattenghiate con qualche vostro lavoro.~ 463 II | mossi gli affetti di chi legge od ascolta, acciocchè ne 464 IV | illuminate menti de' loro legislatori. Il loro intento si fu di 465 V | ognuno può esser medico e legista.~ Non a torto si dice che 466 V | osservazione della gramatica, la legittimità delle rime, un pensiero 467 | lei 468 I | felice sorto a dominar la letteratura di questo secolo, scorre 469 V | piacevole, quale è questo delle Lezioni private: di maniera che, 470 II | vivere ma eziandio di vivere lietamente, così non è stato pago di 471 III| sente piacere così de' lieti come degl'infelici spettacoli. 472 IV | sulla scena i caratteri lodevoli e vituperevoli delle persone? 473 | lui 474 I | brevemente parlare, ha nuovi lumi acquistati dallo spirito 475 V | le cose nostre, possiam lusingarci almeno di averlo fatto coll' 476 III| gelosie di Bradamante, le lusinghe d'Alcina, i furori di Rinaldo, 477 IV | tempo da pensare a dannosi macchinamenti contro al governo, e perchè, 478 V | commendiamo qualunque vile selce o macigno, perchè il maestro ha saputo 479 I | celeste, di divina e di maestra di tutte le cose, ha nondimeno 480 II | all'autorità de' migliori maestri, esser la poesia l'arte 481 V | selce o macigno, perchè il maestro ha saputo segarlo. Noi non 482 | maggior 483 IV | nondimeno altri pregi non manco reali di questo. La versificazione, 484 I | della verità accesa nelle mani, non pur l'Inghilterra, 485 IV | ben regolate repubbliche mantenessero dell'erario comune i teatri? 486 II | aver ciò solamente che il mantiene; ma ha procurato ancora 487 V | ogni moglie che becca un marito, che ogni bue che prenda 488 I | virtù. Così, esaminando le matematiche e le arti, pervenuti siamo 489 II | degl'Islandesi, che in materia di furore poetico sono fra 490 IV | simili, che formano la parte meccanica di lei, non meritano meno 491 | medesimo 492 IV | prendiamone un esempio dalla medicina. Questa scienza ha forse 493 V | chi loro il concede. Una mediocre osservazione della gramatica, 494 II | giammai. Ci rimangono ancora memorie o graziosi frammenti della 495 III| misura che questi più o men teme, o più o meno spera 496 II | bisognano stranieri mezzi, ma la mente basta, o gli organi dell' 497 IV | delle saggie ed illuminate menti de' loro legislatori. Il 498 IV | parte meccanica di lei, non meritano meno d'esser considerate; 499 I | riflessioni, le quali giudicherò meritar qualche cosa, qualora vengano 500 V | quattro sonetti pretende di meritarsi il nome di poeta, e si trova


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