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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

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  • Parte seconda
    • XLIII
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XLIII

 

     O man leggiadra, e terso avorio bianco,

o latte, o perle, e pura e calda neve,

dolce odorata man, man che si lieve

mi rendi il peso ond’io mai non mi stanco,

     se d’ardenti sospir ti calse unquanco,

se soccorso a chi muor prestar si deve,

porgi a l’alma affannata qualche breve

conforto, a cui Fortuna e ’l Ciel vien manco.

     Sai ben che ’n quel mio fido alto soggiorno

tu fosti il guidardon di tanti affanni;

per c’a te spesso col pensier ritorno.

     Da te venne il ristoro de’ miei danni;

onde, s’io vivo, il loco, il mese e ’l giorno

farò nomar per te mille e millanni.

 




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