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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

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  • Parte seconda
    • XLVI
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XLVI

 

     Cari scogli, dilette e fide arene,

ch’e’ miei duri lamenti udir solete;

antri, che notte e mi rispondete,

quando de l’arder mio pietà vi vène;

     folti boschetti, dolci valli amene,

fresche erbe, lieti fiori, ombre secrete,

strade sol per mio ben riposte e quete,

d’amorosi sospir già calde e piene;

     e solitarii colli, o verde riva,

stanchi pur di veder gli affanni miei,

quando fia mai che riposato io viva?

     o per tal grazia un veggia colei,

di cui vuol semprAmor ch’io parli e scriva,

fermarsi al pianger mio quanto i’ vorrei?

 




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