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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

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  • Parte seconda
    • XLVIII
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XLVIII

 

     Sì dolcemente col mirar mi ancide

questo mio novo e raro basilisco,

c’a guardarle negli occhi allor mi arrisco

quando di morte più par che mi sfide.

     Né trovo chi sì ben mi indrizze o guide

per questo labirinto in ch’io languisco,

come i bei lumi, onde a tutt’or nudrisco

l’alma, che del suo mal piangendo ride.

     Ma chi pensò che d’un medesmo fonte

uscir potessencontrarii effetti?

E son cose a vedere aperte e conte!

     Tante grazie del ciel, tanti diletti

occhio non colse mai sotto una fronte,

né tanti lacrimosi e mesti obietti.

 




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