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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

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  • Parte seconda
    • LVII
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LVII

 

     Se, per colpa del vostro fiero sdegno,

il dolor che m’afflige,

madonna, mi trasporta a l’atra Stige,

     non avrò duol del mio supplicio indegno

né de l’eterno foco,

ma di voi, che verrete a simil loco.

     Perché, sovente in voi mirando fiso,

per virtù del bel viso

pena non fia giù, c’al cor mi tocchi.

Solo un tormento avrò: di chiuder gli occhi.

 




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