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Iacopo Sannazaro Sonetti e canzoni IntraText CT - Lettura del testo |
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e voi, liti sonanti et onde salse, o se de’ pianti uman giamai vi calse. ma sì celatamente né il vento ne riporte i miei sospiri ma qui se stia sepolta ogni mia doglia. che rasserena i poggi d’ogn’intorno: che solea agli occhi miei far chiaro giorno; ivi son gli atti e le accoglienze umili, et io piangendo vo per questi scogli. oh sopra gli altri aventurosi campi, godete, ardendo agli amorosi lampi! dicendo: — Ancor vedrò la bianca mano! — E di tanta speranza sol questo e lacrimar oggi m’avanza. che non è meco e del suo ben si gode? Ella con la sua luce si cura omai, ché ’l mio gridar non ode; onde di tanta frode io stesso mi vergogno, dovea star meco, e non nel gran bisogno ma per tutto una volta alzarsi a vuolo. de l’undoso Tirreno avete in sòrte, e vedete il mio pianto e la mia morte. m’han qui lasciato, et or convien ch’i’ vada sentanlo omai per voi li fiumi e i fonti. Canzon, se l’alma errante e fuggitiva in breve non rivolve, mi troverà nuda ombra e poca polve.
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