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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

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  • Parte seconda
    • LX
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LX

 

     Senza il mio sole, in tenebre e in martiri,

in lungo pianto, in solitario orrore,

trapasso i giorni e li momenti e l’ore,

e l’aspre notti in più caldi sospiri.

     E benché in sonno acquete i miei desiri

quella, nel cui poder gli pose Amore,

io sarei spento già, se non che ’l core

si sforza ombrarla, ove ch’i’ vada o miri.

     Altro che lacrimar gli occhi non ponno,

né d’altro che di duol l’alma si pasce:

colui sel sa che del mio danno è donno.

     Oh ben nati color c’avolti in fasce

chiuser le luce in sempiterno sonno,

poi che, sol per languir, qua giù si nasce!

 




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