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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

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  • Parte seconda
    • LXI
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LXI

 

     — Son questi i bei crin d’oro, onde m’avinse

Amor, che nel mio mal non fu mai tardo?

Son questi gli occhi, ond’uscìl caro sguardo

ch’entro ’l mio petto ogni vil voglia estinse?

     È questo il bianco avorio, che sospinse

la mente inferma al foco ove tutt’ardo?

Mani, e voi m’aventaste il crudel dardo,

che nel mio sangue allor troppo se tinse?

     Son queste lo mie belle amate piante,

che rivesten di rose di viole

ovunque ferman l’orme oneste e sante?

     Son queste l’alte angeliche parole?

Chi ebbe — dicev’io — mai glorie tante? —

quando apersi, oimè, gli occhi e vidi il sole.

 




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