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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

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  • Parte seconda
    • LXII
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LXII

 

     O sonno, o requie e triegua degli affanni,

che acqueti e plachi i miseri mortali,

da qual parte del ciel movendo l’ali

venisti a consolare i nostri danni?

     Io per te lodo e benedico gli anni

che ardendo ho spesi in seguitar miei mali;

e s’e’ piacer non sono al pianto eguali,

ringrazio pur tuo’ dolci e cari inganni.

     Sì bella e sì pietosa in vista umile

madonna apparve al cor doglioso e stanco,

che agguagliar non la pòte ingegno o stile;

     tal che, pensando e desiando, io manco,

qual vidi e strinsi quella man gentile,

e qual vendetta fei del velo bianco.

 




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