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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

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  • Parte seconda
    • LXVII
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LXVII

 

     Tanta dolcezza trasser gli occhi mei

da quei de la mia donna il primo giorno,

che, sol pensando al portamento adorno,

contento di tal vita esser potrei.

     Se non che l’alma poi, per veder lei,

desiosa pur corre al suo soggiorno,

e per volar a’ bei piacer dintorno,

lascia qui morti i spirti afflitti e rei.

     Ma spesso in sogno mi ristora i danni,

ché, così vaga, in ciel mi riconduce

e mi fa degno de’ superni scanni.

     Ivi, mirando in quella eterna luce,

tornami a mente il sol, c’a’ miei dolci anni

apparve tal c’ancor nel cor traluce.

 




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