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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

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  • Parte prima
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Parte prima

I

     Se quel soave stil che da’ prim’anni

infuse Apollo a le mie rime nove,

non fusse per dolor rivolto altrove

a parlar di sospir sempre e d’affanni,

     io sarei forse in loco ove gl’inganni

del cieco mondo perderian lor prove,

né l’ira di Vulcan né i tuon di Giove

mi farebbon temer mina o danni.

     Ché se le statue e i sassi il tempo frange,

e de’ sepolcri è incerta e breve gloria,

col canto sol potea levarmi a vuolo;

     onde con fama et immortal memoria,

fuggendo di qua giù libero e solo,

avrei spinto il mio nome oltra Indo e Gange.

 




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