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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

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  • Parte seconda
    • LXXIII
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LXXIII

 

     Madonna, quel soave onesto sguardo

che uscì di vostre luci altere e sole,

in un punto abbagliò coi raggi il sole

e me ferì d’un invisibil dardo.

     E quelle che di vil mi fer gagliardo,

sante, dolci, onorate, alte parole,

mi stan nel cor, sì che mi giova e dole

l’impressa piaga ond’io mi struggo et ardo.

     Tanta vaghezza in voi sùbito apparve,

tanta, dolce mio ben, vera pietade,

che tutte altre parrian mostrose larve;

     tal c’ogni mal de la passata etade,

ogni oscuro pensier da me disparve,

al raggio de la vostra alma beltade.

 




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