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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

IntraText CT - Lettura del testo

  • Parte seconda
    • LXXX
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LXXX

 

     — Chi vòl meco piangendo esser felice

e goder tra le pene e tra gli affanni,

venga a veder questa che ’l ciel millanni

ascosa tenne, e sol mostrarsi or lice,

     dolce mia sacra e singular fenice,

che fa lievi i martìr, soavi i danni,

la qual con chiaro vuolo e senza inganni

la mia vera ruina or mi predice.

     Ella predice il mio morir secondo;

ma ’l ciel, che a sdegno prende ogni mia gioia,

non vòl ch’i’ ’l creda, e tiemme in questo fondo.

     Onde se ’l fato è pur alfin ch’io moia,

arda l’alma e nol creda, e veggia il mondo

con un più vivo incendio un’altra Troia!

 




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