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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

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  • Parte seconda
    • XCV
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XCV

 

     Le dubbie spemi, il pianto e ’l van dolore,

i pensier folli e le delire imprese,

e le querele indarno al vento spese,

m’hanno a me tolto, e posto in lungo errore.

     Ma tu, del cielo eterno alto motore,

la cui pietà precorre a nostre offese,

per quel non finto amor che in noi ti accese,

drizza a buon corso il disviato core;

     sì che se al cominciar di tanti affanni

prese camin che ’l passo al ciel li serra,

almen si volga a te ne’ miglior anni.

     Signor, com’oggi flagellato in terra

col sangue ristorasti i nostri danni,

porgi omai pace a la mia lunga guerra!

 




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