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Iacopo Sannazaro Sonetti e canzoni IntraText CT - Lettura del testo |
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È questo il legno che del sacro sangue resperso fu, nel benedetto giorno che fuggì vinto, con paura e scorno, quel falso, antico, alpestro e rigido angue. Qui il mio Signor lasciò la spoglia esangue tornando al suo celeste alto soggiorno, e scolorissi il santo viso adorno, come purpureo fior, che, inciso, langue. Oh pietà somma, oh rara e nova legge, per noi offrirsi a morte acerba e dura chi ’l ciel, l’aer, la terra e ’l mar corregge! Lassa, mente infelice, ogni altra cura: vedi il pastor, che va per le sue gregge, come agnel mansueto a la tonsura.
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