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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

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  • Parte seconda
    • XCVIII
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XCVIII

 

     O mondo, o sperar mio caduco e frale,

o ciel sempre al mio ben tenace e parco,

o vita, onde d’uscir non trovo il varco,

e veggio che pur sei breve e mortale;

     o fati, o ria fortuna, a cui non cale

di questo mio noioso e grave incarco;

o faretra spietata, o crudel arco

perché tarda vèr me l’ultimo strale?

     Che almen questa bramosa e calda voglia,

giungendo al fin del sestodecimanno,

si spenga, e tragga il cor di tanta doglia!

     Benedetto quel , che ’l duro affanno

caccerà fuor de la terrena spoglia

l’anima, che per duol non teme il danno!

 




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