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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

IntraText CT - Lettura del testo

  • Parte prima
    • XIV
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XIV

 

     Lasso, che ripensando al tempo breve

di questa vita languida e mortale,

e come con suoi colpi ognora assale

la morte quei che meno assalir deve,

     divento quasi al sol tepida neve

speme alcuna a consolar mi vale,

che, essendo infin qui stato a spiegar l’ale,

il vuolo omai per me fia tardo e greve.

     Però, s’io piango e mi lamento spesso

di Fortuna, d’Amore e di madonna,

non ho ragion se non contra me stesso;

     che a guisa d’uom che vaneggiando assonna,

mi pasco d’ombre et ho la morte appresso,

penso che ho a lassar la fragil gonna.

 




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