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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

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  • Parte seconda
    • LII
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LII

 

     Se mai morte ad alcun fu dolce o cara,

l’alma infelice il prova in questo stato,

la qual, piangendo il suo tempo passato,

si trova in vita più che assenzio amara.

     Quella che ’l secol nostro orna e reschiara,

a cui le Stelle, Amor, Fortuna e ’l Fato

diedero in sòrte questo sconsolato,

fa la mia pena al mondo e nova e rara.

     Così, morte bramando, io mi consumo,

e ’n su le nubi, ov’io mi volga intorno,

veggio far mie speranze or ombra or fumo.

     Così ad ogni or, farfalla, al foco torno;

così, fenice, al sole il nido allumo,

e moro e nasco mille volte il giorno.

 




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