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Iacopo Sannazaro
Sonetti e canzoni

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  • Parte seconda
    • LXXXII
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LXXXII

 

     Lasso me, non son questi i colli e l’acque,

ove l’alma mia dèa dal ciel discese?

non è questo il bel luogo, in ch’ella prese

il caro nome e dove in culla giacque?

     non è questo il terren, dove al ciel piacque

mostrarsi tanto a noi largo e cortese?

non è questo il superbo alto paese,

onde il gran Federigo al mondo nacque?

     Dolce, antico, diletto e patrio nido,

dunque era pur nel fato acerbo e crudo

ch’io non gittasse in te l’ultimo strido?

     Ma l’alma, che a gran forza affreno e chiudo,

col mio doppio sostegno amato e fido

ti lascio, e parto sul col corpo ignudo.

 




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