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Lorenzo Da Ponte
Il dissoluto punito o sia il Don Giovanni

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  • ATTO II
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SCENA XIV

I suddetti; DonnElvira.

 

ELVIRA

(entra disperata)

L’ultima prova

Dell’amor mio

Ancor vogl’io

Fare con te.

 

Più non rammento

Gl’inganni tuoi,

Pietade io sento...

 

DON GIOVANNI, LEPORELLO

(sorgendo) Cos’è? cos’è?

 

ELVIRA

(s’inginocchia)

Da te non chiede

Quest’alma oppressa

Della sua fede

Qualche mercé.

 

DON GIOVANNI

Mi maraviglio!

Cosa volete?

Se non sorgete

Non resta in piè!

(s’inginocchia)

 

ELVIRA

Ah non deridere

Gli affanni miei!

 

LEPORELLO

Quasi da piangere

Mi fa costei.

 

DON GIOVANNI

(sorgendo fa sorgere DonnElvira)

Io te deridere?

(con affettata tenerezza)

Cieli! perché?

Che vuoi, mio bene?

 

ELVIRA

Che vita cangi.

 

DON GIOVANNI

Brava!

 

ELVIRA

Cor perfido!

 

DON GIOVANNI

Lascia ch’io mangi;

(torna a sedere a mangiare)

E se ti piace,

Mangia con me.

 

ELVIRA

Réstati, barbaro,

Nel lezzo immondo,

Esempio orribile

D’iniquità!

 

LEPORELLO

Se non si muove

Del suo dolore

Di sasso ha il core,

O cor non ha!

 

DON GIOVANNI

(bevendo)

Vivan le femmine,

Viva il buon vino,

Sostegno e gloria

D’umanità!

 

ELVIRA

(sorte) Ah! (rientra e fugge dall’altra parte)

 

DON GIOVANNI, LEPORELLO

 Che grido è questo mai!

 

DON GIOVANNI

Va’ a veder che cosa è stato.

 

LEPORELLO

(sorte, e prima di tornare, mette un grido)

Ah!

 

DON GIOVANNI

Che grido indiavolato!

Leporello, che cos’è?

 

LEPORELLO

(entra spaventato e chiude l’uscio)

Ah signor... per carità!...

Non andate fuor di qua!...

L’uom... di... sasso... l’uomo... bianco...

Ah padrone!... io gelo... io manco...

Se vedeste che figura! —

Se sentiste come fa:

(imitando i passi della statua)

Ta ta ta ta ta ta ta!

 

DON GIOVANNI

Non capisco niente affatto.

Tu sei matto in verità.

 

Si sente battere alla porta.

 

LEPORELLO

Ah sentite!

 

DON GIOVANNI

 Qualcun batte:

Apri...

 

LEPORELLO

(tremando)

Io tremo...

 

DON GIOVANNI

Apri, ti dico!

 

LEPORELLO

Ah...

 

DON GIOVANNI

Per togliermi d’intrico,

Ad aprir io stesso andrò!

(piglia lume e va per aprire)

 

LEPORELLO

Non vo’ più veder l’amico;

Pian pianin m’asconderò.

(s’asconde sotto la tavola)

 




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