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Lorenzo Da Ponte Il dissoluto punito o sia il Don Giovanni IntraText CT - Lettura del testo |
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SCENA XV I suddetti; il Commendatore.
M’invitasti, e son venuto.
Non l’avrei giammai creduto, Ma farò quel che potrò! Fa che subito si porti!
(mezzo fuori col capo dalla mensa)
Leporello, con molti atti di paura, esce e va per partire.
Ferma un po’. Altre cure più gravi di queste,
E le membra fermar più non so.
Parla dunque: che chiedi? che vuoi?
Parlo, ascolta, più tempo non ho.
Parla, parla, ascoltando ti sto.
Rispondimi: verrai Tu a cenar meco?
Oibò!
Tacciato mai sarò!
Ho già risolto.
Verrai?
Dite di no!
Non ho timor, verrò!
Eccola! Oimè!
Cos’hai?
Che gelo è questo mai?
(vuol sciogliersi, ma invano) No no, ch’io non mi pento,
No.
Sì.
No.
Ah tempo più non v’è. (parte)
Tutto a tue colpe è poco.
Che strazio, oimè, che smania!
Come mi fa terror!
Il fuoco cresce; Don Giovanni si sprofonda.
Ah! —
Don Giovanni resta inghiottito dalla terra.
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